La sapienza della croce
Sussidio per la celebrazione comunitaria della Via Crucis
Arcidiocesi di Milano
Presentazione
Il pio esercizio della Via Crucis, tanto diffuso in occidente, aiuta a rivivere gli ultimi tratti del cammino terreno di Gesù, da quando, con i suoi discepoli, «dopo aver cantato l’inno, uscirono verso il monte degli ulivi» (Mc 14,26) fino al momento in cui il Signore fu condotto sul Calvario (Mc 15,26), fu crocifisso e fu sepolto.
La storia dei primi pellegrini a Gerusalemme ci rivela, già nei primissimi secoli, la presenza di un itinerario di preghiera attraverso i luoghi fondamentali della Passione. La Via Crucis nel senso attuale risale al Medioevo. Intorno al 1294 un frate domenicano, Rinaldo di Monte Crucis, nel suo Liber peregrinationis afferma di essere salito al Santo Sepolcro e descrive le varie “stationes” che anticipano le stazioni della attuale Via Crucis. La Via Crucis, così come oggi è vissuta, è nata in Spagna nel XVII secolo, soprattutto negli ambienti francescani e da qui è passata in Italia.
Un convinto ed efficace propagatore fu san Leonardo da Porto Maurizio (♱1751). Nel 1991 san Giovanni Paolo II ha voluto dare al percorso un particolare riferimento biblico. Non figurano quelle stazioni di cui non si parla nel Vangelo quali le tre cadute, l’incontro di Gesù con la Madre e con la Veronica. Sono invece presenti altri quadri con evidenti richiami evangelici: Gesù nell’orto degli ulivi, il giudizio di Pilato, la promessa del Paradiso, la presenza della Madre e del discepolo presso la Croce.
In questo opuscolo, senza sottovalutare il percorso tradizionale delle stazioni, si è voluto valorizzare questa scelta fatta nel 1991 per la Via Crucis del Colosseo e poi ripetuta in altri anni.
Introduzione
Canto d’ingresso
Ti seguirò
Ti seguirò, ti seguirò o Signore
e nella tua strada camminerò.
Ti seguirò nella via dell’amore
e donerò al mondo la vita.
Ti seguirò nella via del dolore
e la tua croce ci salverà.
Ti seguirò nella via della gioia
e la tua luce ci guiderà.
Saluto
V. Nel nome del Padre e del Figlio e dello Spirito Santo.
T. Amen.
V. La pace sia con voi.
T. E con il tuo spirito.
L. In questo momento di preghiera chiediamo di aprirci al mistero di Cristo che attraverso la sua passione ha voluto morire per noi. Col dono del suo Spirito possiamo comprendere e penetrare il dono che Gesù, attraverso la croce, ha portato a tutti gli uomini. La contemplazione del suo dolore, che per noi è la sapienza della croce, ci permette di capire il senso del nostro dolore.
Pausa di silenzio
Preghiera
V. O Dio, che hai dato agli uomini come modello di umiltà e di pazienza Gesù Cristo nostro fratello e redentore, morto in croce per noi, donaci di accogliere gli insegnamenti della sua Passione e di condividere la sua Gloria di Salvatore risorto, che vive e regna nei secoli dei secoli.
T. Amen.
Prima stazione
Gesù nell’orto degli ulivi
V. Ti adoriamo, o Cristo, e ti benediciamo.
T. Perché con la tua santa croce hai redento il mondo.
L. Dal Vangelo di Marco (14, 32-36)
Giunsero a un podere chiamato Getsèmani ed egli disse ai suoi discepoli: «Sedetevi qui, mentre io prego». Prese con sé Pietro, Giacomo e Giovanni e cominciò a sentire paura e angoscia. Disse loro: «La mia anima è triste fino alla morte. Restate qui e vegliate». Poi, andato un po’ innanzi, cadde a terra e pregava che, se fosse possibile, passasse via da lui quell’ora. E diceva: «Abbà! Padre! Tutto è possibile a te: allontana da me questo calice! Però non ciò che voglio io, ma ciò che vuoi tu».
Riflessione
Gesù, come ogni uomo, vive la paura della morte. È angosciato perché è giunta l’ora della passione, sa che i suoi amici lo stanno abbandonando. Ai più vicini ha chiesto di vegliare con lui, ma loro, appesantiti dalla fatica, si addormentano. Nella solitudine la paura si intensifica, l’angoscia aumenta. In quel momento tragico l’abbandono al Padre è espressione del suo desiderio, soprattutto accettazione della sua volontà. Accogliamo nella preghiera tutti i fratelli atterriti dalla paura, sofferenti per la solitudine e l’abbandono.
Invocazioni
Preghiamo insieme e diciamo:
Veglia con noi.
- Quando la paura della morte diventa forte e soprattutto quando avvertiamo che la nostra vita terrena giunge al termine.
T. Veglia con noi. - Quando la nostra indifferenza dimentica chi sta lottando per la vita, chi muore in guerra, chi viene sommerso dalle onde del mare mentre cerca la pace e la libertà.
T. Veglia con noi.
- Quando, oppressi dai problemi, siamo tentati di lasciarci vincere dalla disperazione e non siamo capaci di abbandonarci alla tenerezza del Padre.
T. Veglia con noi.
Stabat Mater
Chiuso in un dolore atroce,
eri là sotto la croce,
dolce Madre di Gesù.
Santa Madre, deh, voi fate
che le piaghe del Signore
siano impresse nel mio cuor.
Seconda stazione
Gesù, tradito da Giuda, è arrestato
V. Ti adoriamo, o Cristo, e ti benediciamo.
T. Perché con la tua santa croce hai redento il mondo.
L. Dal Vangelo di Marco (14, 32-36)
E subito, mentre ancora egli parlava, arrivò Giuda, uno dei dodici, e con lui una folla con spade e bastoni, mandata dai capi dei sacerdoti, dagli scribi e dagli anziani. Il traditore aveva dato loro un segno convenuto, dicendo: «Quello che bacerò, è lui; arrestatelo e conducetelo via sotto buona scorta». Appena giunto, gli si avvicinò e disse: «Rabbì» e lo baciò. Quelli gli misero le mani addosso e lo arrestarono.
Riflessione
Giuda era stato con Gesù, aveva ascoltato la sua parola, aveva visto e sperimentato i segni del suo amore ma, richiuso in se stesso, ha pensato a soddisfare la sua sete ingiusta e ha tradito il maestro. Quel bacio, segno d’affetto, diventa indicazione di tradimento. A partire da un’amicizia compromessa nasce e si sviluppa una vicenda di dolore inenarrabile che, però, nei disegni di Dio, diventa attestazione d’amore. La nostra preghiera sia pentimento per tutte le volte che, mancando alla parola data, abbiamo tradito chi meritava l’impegno della nostra fedeltà.
Invocazioni
Preghiamo insieme e diciamo:
Fa’ che impariamo dal tuo amore.
- Quando il nostro affetto, le nostre amicizie sono ammalate di egoismo e tendono a farci dimenticare la verità dell’amore.
T. Fa’ che impariamo dal tuo amore. - Quando abbiamo percorso strade dove il tradimento ci ha fatto dimenticare l’amore vero, gratuito e fedele.
T. Fa’ che impariamo dal tuo amore. - Quando siamo stati traditi e fatichiamo a concedere il perdono che ricostruisce una relazione.
T. Fa’ che impariamo dal tuo amore.
Stabat Mater
Il tuo cuore desolato
fu in quell’ora trapassato
dallo strazio più crudel.
Santa Madre, deh, voi fate
che le piaghe del Signore
siano impresse nel mio cuor.
Terza stazione
Gesù è condannato dal sinedrio
V. Ti adoriamo, o Cristo, e ti benediciamo.
T. Perché con la tua santa croce hai redento il mondo.
L. Dal Vangelo di Marco (14, 53; 55-64)
Condussero Gesù dal sommo sacerdote, e là si riunirono tutti I capi dei sacerdoti, gli anziani e gli scribi. I capi dei sacerdoti e tutto il sinedrio cercavano una testimonianza contro Gesù per metterlo a morte, ma non la trovavano. Molti infatti testimoniavano il falso contro di lui e le loro tetimonianze non erano concordi. Alcuni si alzarono a testimoniare il falso contro di lui, dicendo: «Lo abbiamo udito mentre diceva: “Io distruggerò questo tempio, fatto da mani d’uomo, e in tre giorni ne costruirò un altro, non fatto da mani d’uomo”». Ma nemmeno così la loro testimonianza era concorde. Il sommo sacerdote, alzatosi in mezzo all’assemblea, interrogò Gesù dicendo: «Non rispondi nulla? Che cosa testimoniano costoro contro di te?». Ma egli taceva e non rispondeva nulla. Di nuovo il sommo sacerdote lo interrogò dicendogli: «Sei tu il Cristo, il Figlio del Benedetto?». Gesù rispose: «Io lo sono! E vedrete il Figlio dell’uomo seduto alla destra della Potenza e venire con le nubi del cielo». Allora il sommo sacerdote, stracciandosi le vesti, disse: «Che bisogno abbiamo ancora di testimoni? Avete udito la bestemmia; che ve ne pare?». Tutti sentenziarono che era reo di morte.
Riflessione
Il sinedrio non cerca la verità, ma vuole affrancarsi da un capo d’accusa estorto anche con l’arroganza dell’autorità. Si crea così una situazione di clamorosa ingiustizia in cui il male è più forte del bene. Questo quadro del Vangelo apre il nostro sguardo su tutte le ingiustizie che ancora oggi attraversano la nostra società, che spesso dimentica che solo la verità rende liberi.
Invocazioni
Preghiamo insieme e diciamo:
Rendici costruttori di giustizia.
- In una società dove spesso prevale l’ingiustizia.
T. Rendici costruttori di giustizia. - Nelle nostre relazioni familiari e comunitarie.
T. Rendici costruttori di giustizia. - Quando la verità è ostacolata dal pregiudizio, oscurata dalla menzogna e profanata dalla calunnia.
T. Rendici costruttori di giustizia.
Stabat Mater
Quanto triste, quanto affranta
ti sentivi, o Madre santa
del divino Salvator.
Santa Madre, deh, voi fate
che le piaghe del Signore
siano impresse nel mio cuor.
Quarta stazione
Gesù è rinnegato da Pietro
V. Ti adoriamo, o Cristo, e ti benediciamo.
T. Perché con la tua santa croce hai redento il mondo.
L. Dal Vangelo di Marco (14, 66-75)
Mentre Pietro era giù nel cortile, venne una delle giovani serve del sommo sacerdote e, vedendo Pietro che stava a scaldarsi, lo guardò in faccia e gli disse: «Anche tu eri con il Nazareno, con Gesù». Ma egli negò, dicendo: «Non so e non capisco che cosa dici». Poi uscì fuori verso l’ingresso e un gallo cantò. E la serva, vedendolo, ricominciò a dire ai presenti: «Costui è uno di loro». Ma egli di nuovo negava. Poco dopo i presenti dicevano di nuovo a Pietro: «È vero, tu certo sei uno di loro; infatti sei Galileo». Ma egli cominciò a imprecare e a giurare: «Non conosco quest’uomo di cui parlate». E subito, per la seconda volta, un gallo cantò. E Pietro si ricordò della parola che Gesù gli aveva detto: «Prima che due volte il gallo canti, tre volte mi rinnegherai». E scoppiò in pianto.
Riflessione
Anche Pietro, che aveva ricevuto segni di stima da parte di Gesù, è vinto dalla paura e, da lontano, senza compromettersi troppo, segue il maestro. Chiamato a dare testimonianza, non teme di rinnegare la sua appartenenza al gruppo dei discepoli. La profezia di Gesù si rivela. Il gallo canta e Pietro ricorda e piange. Preghiamo chiedendo il dono delle lacrime per i nostri atteggiamenti che rinnegano l’appartenenza al gruppo dei discepoli.
Invocazioni
Preghiamo insieme e diciamo:
Donaci il coraggio di essere testimoni.
- Nelle situazioni della vita, tentati di nasconderci tra la folla.
T. Donaci il coraggio di essere testimoni. - Le nostre reposnabilità familiari e sociali ci interrogano e ci domandano la forza della coerenza.
T. Donaci il coraggio di essere testimoni. - Di fronte alla complessità della vita, nelle occasioni in cui è in gioco il bene comune.
T. Donaci il coraggio di essere testimoni.
Stabat Mater
Con che spasmo piangevi,
mentre trepida vedevi
il tuo figlio nel dolor.
Santa Madre, deh, voi fate
che le piaghe del Signore
siano impresse nel mio cuor.
Quinta stazione
Gesù è giudicato da Pilato
V. Ti adoriamo, o Cristo, e ti benediciamo.
T. Perché con la tua santa croce hai redento il mondo.
L. Dal Vangelo di Marco (15, 14-15)
Pilato diceva loro: «Che male ha fatto?». Ma essi gridarono più forte: «Crocifiggilo!». Pilato, volendo dare soddisfazione alla folla, rimise in libertà per loro Barabba e, dopo aver fatto flagellare Gesù, lo consegnò perché fosse crocifisso.
Riflessione
È l’ora della prevaricazione: la paura degli altri, della folla sovverte la ricerca della verità. Il dubbio non conosce il cammino della ricerca, come sarebbe giusto, ma cede alle istanze di chi grida più forte. È meglio lavarsi le mani che cercare la verità. Preghiamo nella consapevolezza che solo la verità ci rende liberi.
Invocazioni
Preghiamo insieme e diciamo:
Rendici cercatori della verità.
- Quando il dubbio ci assale, con la ricerca, il confronto, la riflessione.
T. Rendici cercatori della verità. - Davanti alla menzogna, al pregiudizio, alle affermazioni di comodo.
T. Rendici cercatori della verità. - Quando siamo tentati di “lavarcene le mani”.
T. Rendici cercatori della verità.
Stabat Mater
Se ti fossi stato accanto
forse che non avrei pianto,
o Madonna, anch’io con te?
Santa Madre, deh, voi fate
che le piaghe del Signore
siano impresse nel mio cuor.
Sesta stazione
Gesù è flagellato e coronato di spine
V. Ti adoriamo, o Cristo, e ti benediciamo.
T. Perché con la tua santa croce hai redento il mondo.
L. Dal Vangelo di Marco (15, 17-19)
Lo vestirono di porpora, intrecciarono una corona di spine e gliela misero attorno al capo. Poi presero a salutarlo: «Salve, re dei Giudei!». E gli percuotevano il capo con una canna, gli sputavano addosso e, piegando le ginocchia, si prostravano davanti a lui.
Riflessione
L’insulto e il disprezzo dimenticano la dignità di ogni uomo, precludono la vera conoscenza, aprono progressivamente la strada alla violenza. Preghiamo chiedendo perdono per questi atteggiamenti che hanno impoverito e oltraggiato la necessità di buone relazioni.
Invocazioni
Preghiamo insieme e diciamo:
La carità renda feconde le nostre relazioni.
- Quando, chiusi in noi stessi, non comprendiamo il dono degli altri e non apriamo il nostro cuore.
T. La carità renda feconde le nostre relazioni. - Là dove l’ingiustizia e la prepotenza conducono a dimenticare la dignità dell’uomo.
T. La carità renda feconde le nostre relazioni. - Nelle nostre famiglie, nelle nostre comunità cristiane, nella società.
T. La carità renda feconde le nostre relazioni.
Stabat Mater
Dopo averti contemplata
col tuo Figlio addolorata,
quanta pena sento in cuor!
Santa Madre, deh, voi fate
che le piaghe del Signore
siano impresse nel mio cuor.
Settima stazione
Gesù è caricato della croce
V. Ti adoriamo, o Cristo, e ti benediciamo.
T. Perché con la tua santa croce hai redento il mondo.
L. Dal Vangelo di Marco (15, 20)
Dopo essersi fatti beffe di lui, lo spogliarono della porpora e gli fecero indossare le sue vesti, poi lo condussero fuori per crocifiggerlo.
Riflessione
Gesù è il maestro che precede i suoi discepoli. Nessuno che voglia essere discepolo può dimenticare le parole del maestro: «Se qualcuno vuol venire dietro a me rinneghi se stesso, prenda la sua croce e mi segua. Perché chi vorrà salvare la propria vita, la perderà; ma chi perderà la propria vita per causa mia, la troverà» (Mt 16,24ss.). Preghiamo per quanti stanno vivendo l’esperienza della croce e preghiamo per noi perché sappiamo credere nella fecondità della sofferenza.
Invocazioni
Preghiamo insieme e diciamo:
Aiutaci a portare la nostra croce.
- Nel tempo dell’incomprensione e della solitudine.
T. Aiutaci a portare la nostra croce. - Nel tempo della malattia e della sofferenza.
T. Aiutaci a portare la nostra croce. - Nel tempo della paura e davanti alla tentazione di perdere la speranza.
T. Aiutaci a portare la nostra croce.
Stabat Mater
Santa Vergine, hai contato
tutti i colpi del peccato
nelle piaghe di Gesù.
Santa Madre, deh, voi fate
che le piaghe del Signore
siano impresse nel mio cuor.
Ottava stazione
Gesù è aiutato dal Cireneo a portare la croce
V. Ti adoriamo, o Cristo, e ti benediciamo.
T. Perché con la tua santa croce hai redento il mondo.
L. Dal Vangelo di Marco (15, 21)
Costrinsero a portare la sua croce un tale che passava, un certo Simone di Cirene, che veniva dalla campagna, padre di Alessandro e di Rufo.
Riflessione
Portare la croce di Gesù è mistero e dono, vocazione e salvezza. Aiutare il fratello a portare la sua croce è solidarietà e grazia. Farci aiutare a portare la nostra croce è umiltà e fiducia.
Preghiera
Preghiamo insieme
Signore Gesù,
con Simone di Cirene è giunta la nostra ora.
Questa è per noi l’ora di offrirti le spalle, di aiutarti a portare la croce.
Nella nostra croce c’è la tua croce.
Nella croce dell’uomo che soffre c’è la tua croce.
Aprici al mistero del dolore per vivere la profondità della comunione.
Fa’ che l’ora del dolore sia rivelazione d’amore e vigilia di festa.
Amen.
Stabat Mater
E vedesti il tuo Figliuolo
così afflitto, così solo
dare l’ultimo respir.
Santa Madre, deh, voi fate
che le piaghe del Signore
siano impresse nel mio cuor.
Nona stazione
Gesù incontra le donne di Gerusalemme
V. Ti adoriamo, o Cristo, e ti benediciamo.
T. Perché con la tua santa croce hai redento il mondo.
L. Dal Vangelo di Luca (23, 27-28)
Lo seguiva una grande moltitudine di popolo e di donne, che si battevano il petto e facevano lamenti su di lui. Ma Gesù, voltandosi verso di loro, disse: «Figlie di Gerusalemme, non piangete su di me, ma piangete su voi stesse e sui vostri figli».
Riflessione
Lo sguardo di Gesù incrocia lo sguardo delle donne in pianto. A esse egli rivela il significato della sua passione e della sua morte. La sua morte sarà sorgente di vita e di risurrezione. Non devono piangere su di lui. Preghiamo per tutte le persone che piangono nella sofferenza e anche per chi non sa più piangere per la sofferenza dei fratelli.
Invocazioni
Preghiamo insieme e diciamo:
Concedici il dono delle lacrime.
- Davanti alla sofferenza dei fratelli, alle loro fatiche e preoccupazioni.
T. Concedici il dono delle lacrime. - Suscita in noi la consapevolezza dei nostri peccati e la sincerità del pentimento.
T. Concedici il dono delle lacrime. - Aiutaci a credere che c’è una fecondità nel tempo della sofferenza.
T. Concedici il dono delle lacrime.
Stabat Mater
Dolce madre dell’amore
fa’ che il grande tuo dolore
io lo senta pure in me.
Santa Madre, deh, voi fate
che le piaghe del Signore
siano impresse nel mio cuor.
Decima stazione
Gesù è crocifisso
V. Ti adoriamo, o Cristo, e ti benediciamo.
T. Perché con la tua santa croce hai redento il mondo.
L. Dal Vangelo di Luca (15, 24)
Poi lo crocifissero e si divisero le sue vesti, tirando a sorte su di esse ciò che ognuno avrebbe preso.
Riflessione
Gesù crocifisso, innalzato tra cielo e terra, è il segno inequivocabile della verità e della profondità dell’amore di Dio. «La prima parola di Gesù sulla croce, pronunciata quasi ancora durante l’atto della crocifissione, è la richiesta del perdono per coloro che lo trattano così […]. Egli non conosce alcun odio. Non grida vendetta. Implora il perdono per quanti lo mettono in croce e motiva questa richiesta: non sanno quello che fanno» (Benedetto XVI). Preghiamo per imparare che non c’è amore senza perdono e che il perdono è la prova della verità dell’amore.
Invocazioni
Preghiamo insieme e diciamo:
Insegnaci il perdono.
- Quando abbiamo sbagliato e non abbiamo il coraggio di pentirci.
T. Insegnaci il perdono. - Quando siamo stati offesi e, convando risentimento, programmiamo vendetta.
T. Insegnaci il perdono. - Quando dimentichiamo che amare è umiltà e forza di ripartire.
T. Insegnaci il perdono.
Stabat Mater
Fa’ che il tuo materno affetto
per il Figlio benedetto
mi commuova e mi infiammi il cuor.
Santa Madre, deh, voi fate
che le piaghe del Signore
siano impresse nel mio cuor.
Undicesima stazione
Gesù promette il regno al buon ladrone
V. Ti adoriamo, o Cristo, e ti benediciamo.
T. Perché con la tua santa croce hai redento il mondo.
L. Dal Vangelo di Luca (23, 39-43)
Uno dei malfattori appesi alla croce lo insultava: «Non sei tu il Cristo? Salva te stesso e noi!». L’altro invece lo rimproverava dicendo: «Non hai alcun timore di Dio, tu che sei condannato alla stessa pena? Noi, giustamente, perché riceviamo quello che abbiamo meritato per le nostre azioni; egli invece non ha fatto nulla di male». E disse: «Gesù, ricòrdati di me quando entrerai nel tuo regno». Gli rispose: «In verità io ti dico: oggi con me sarai nel paradiso».
Riflessione
Nel dolore, il buon ladrone ritrova la strada della preghiera come affidamento di sé e ascolta la promessa che si fa salvezza: «Oggi sarai con me nel paradiso». Pregare è affidarsi e non pretendere. Pregare è custodire una promessa che si fa speranza.
Invocazioni
Preghiamo insieme e diciamo:
Ricordati di me Signore.
- Dall’alto della tua croce, nell’ora della sofferenza.
T. Ricordati di me Signore. - Nel tempo del dolore e quando la speranza viene meno.
T. Ricordati di me Signore. - Quando io dimentico la tua promessa e non credo nella tua onnipotenza.
T. Ricordati di me Signore.
Stabat Mater
Le ferite che il peccato
sul tuo corpo ha provocato,
siano impresse, o Madre, in me.
Santa Madre, deh, voi fate
che le piaghe del Signore
siano impresse nel mio cuor.
Dodicesima stazione
Gesù in croce, la madre e il discepolo
V. Ti adoriamo, o Cristo, e ti benediciamo.
T. Perché con la tua santa croce hai redento il mondo.
L. Dal Vangelo di Giovanni (19, 26-27)
Gesù allora, vedendo la madre e accanto a lei il discepolo che egli amava, disse alla madre: «Donna, ecco tuo figlio!». Poi disse al discepolo: «Ecco tua madre!». E da quell’ora il discepolo l’accolse con sé.
Riflessione
Ai piedi della croce restano la madre e il discepolo. Accolgono un testamento d’amore. Scaturisce una sequela nuova che è mistero di comunione e di grazia.
Invocazioni
Preghiamo per affidarci da discepoli a Maria e diciamo:
Accoglici madre del Signore.
- Nel momento in cui pensiamo che la trasgressione o l’evasione siano gioia vera.
T. Accoglici madre del Signore. - Quando avvertiamo di essere in una “valle di lacrime”.
T. Accoglici madre del Signore. - Nell’ora della nostra morte.
T. Accoglici madre del Signore.
Stabat Mater
Del Figliuolo tuo trafitto
per scontare ogni delitto
condivido nel dolor.
Santa Madre, deh, voi fate
che le piaghe del Signore
siano impresse nel mio cuor.
Tredicesima stazione
Gesù muore sulla croce
V. Ti adoriamo, o Cristo, e ti benediciamo.
T. Perché con la tua santa croce hai redento il mondo.
L. Dal Vangelo di Marco (15, 34-37)
Alle tre, Gesù gridò a gran voce: «Eloì, Eloì, lemà sabactàni?», che significa: «Dio mio, Dio mio, perché mi hai abbandonato?». Udendo questo, alcuni dei presenti dicevano: «Ecco, chiama Elia!». Uno corse a inzuppare di aceto una spugna, la fissò su una canna e gli dava da bere, dicendo: «Aspettate, vediamo se viene Elia a farlo scendere». Ma Gesù, dando un forte grido, spirò.
Riflessione
Nella sua morte ci è dato il dono dello Spirito che ci riconcilia col Padre. Una vita nuova scaturisce dal cuore trafitto di Cristo che è la misericordia di Dio.
Invocazioni
Preghiamo insieme e diciamo:
Kyrie, eleison.
- Gesù, per la tua morte e risurrezione, perdona i nostri peccati.
T. Kyrie, eleison. - Gesù, fa’ che riconoscendo il tuo amore, cresca la nostra fede.
T. Kyrie, eleison. - Gesù insegnaci a morire d’amore.
T. Kyrie, eleison.
Stabat Mater
Di dolori quale abisso!
Presso, o Madre, al Crocifisso
voglio piangere con te.
Santa Madre, deh, voi fate
che le piaghe del Signore
siano impresse nel mio cuor.
Quattordicesima stazione
Gesù è deposto nel sepolcro
V. Ti adoriamo, o Cristo, e ti benediciamo.
T. Perché con la tua santa croce hai redento il mondo.
L. Dal Vangelo di Marco (15, 46)
Giuseppe d’Arimatea allora, comprato un lenzuolo, lo depose dalla croce, lo avvolse con il lenzuolo e lo mise in un sepolcro scavato nella roccia. Poi fece rotolare una pietra all’entrata del sepolcro.
Riflessione
È l’ora del distacco, del silenzio e della speranza. La fede interpreta il mistero, è corsa verso il sepolcro per celebrare i primi segni della risurrezione di Gesù e nostra.
Preghiera
Preghiamo insieme
Gesù, nella terra degli uomini sei il chicco di grano che muore.
Nella tua morte appare la fecondità della vita.
Il sepolcro si spalanca.
Tu non vai lontano, ma col tuo Spirito, abiti nel cuore di ogni uomo.
AI tuo sepolcro corrono le donne e i discepoli.
Ascoltano il misterioso messaggio.
Ritornano nella storia: raccontano, gridano, testimoniano e convertono.
Dalla morte è prodigiosamente nata la Vita!
Fa’ che ognuno di noi, visitato dal dubbio, provato dalla tentazione e scandalizzato dal male corra al tuo sepolcro.
Fa’ che ognuno di noi ascolti le parole degli angeli e gridi: «Davvero il Signore è risorto!».
Concedici questa gioia grande che anticipa quella del paradiso.
Stabat Mater
O Madonna, o Gesù buono,
vi chiediamo il grande dono
dell’eterna gloria in ciel.
Santa Madre, deh, voi fate
che le piaghe del Signore
siano impresse nel mio cuor.
Canto all’adorazione della croce
Noi ti preghiamo Uomo della Croce
1. Nella memoria di questa Passione,
noi ti chiediamo perdono, Signore,
per ogni volta che abbiamo lasciato
il tuo fratello morire da solo.
Rit. Noi ti preghiamo, Uomo della croce,
Figlio e fratello, noi speriamo in te. (2 v.)
2. Nella memoria di questa tua morte,
noi ti chiediamo coraggio, Signore,
per ogni volta che il dono d’amore
ci chiederà di soffrire da soli. Rit.
3. Nella memoria dell’Ultima Cena,
noi spezzeremo di nuovo il tuo Pane
ed ogni volta il tuo Corpo donato
sarà la nostra speranza di vita. Rit.
Preghiamo
V. Cristo luce della vita illumina il cammino. La sua presenza è
la nostra gioia, la sua gioia è la nostra forza. È la gioia di un
amore che alla fine vincerà; ecco perché osiamo pregare:
T. Padre nostro…
Orazione
V. Guarda, Dio onnipotente, l’umanità sfinita per la sua
debolezza mortale e fa’ che riprenda vita per la passione del
tuo unico Figlio, Gesù Cristo, nostro Signore e nostro Dio,
che vive e regna con te, nell’unità dello Spirito Santo per tutti
i secoli dei secoli.
T. Amen.
Orazione
V. Il Signore sia con voi.
T. E con il tuo Spirito.
Kyrie eleison, Kyrie eleison, Kyrie eleison.
V. Vi benedica Dio onnipotente
Padre, Figlio e Spirito Santo.
T. Amen.
Canto finale
Ti saluto, o Croce santa
Rit. Ti saluto, o croce santa, che portasti il Redentor:
glora, lode, onor ti canta ogni lingua ed ogni cuor.
1. Sei vessillo glorioso di Cristo,
sua vittoria e segno d’amor:
il suo sangue innocente fu visto
come fiamma sgorgare dal cuor. Rit.
2. Tu nascesti fra braccia amorose
d’una Vergine Madre, o Gesù;
tu moristi tra braccia pietose
d’una croce che data ti fu. Rit.
3. O Agnello divino, immolato
sulla croce crudele, pietà!
Tu che togli dal mondo il peccato,
salva l’uomo che pace non ha. Rit.
4. Dona a tutti speranza, Signore,
crocifisso e risorto per noi:
tu che effondi la pace del cuore
nel tuo Spirito di santità. Rit.