Piano Pastorale Parrocchiale

A tutti i parrocchiani della parrocchia sant’Eusebio in Arconate

Aprendo questo opuscolo, potete trovare il progetto pastorale che la nostra Comunità, ponendosi in ascolto della Parola di Dio e delle indicazioni del nostro vescovo, ha pensato di stendere, dopo un’ampia riflessione del Consiglio Pastorale e dei vari gruppi che operano in Parrocchia.

Lo scopo del progetto pastorale è quello di indirizzare la vita della nostra Comunità, affinché, alla luce dei cambiamenti in atto nella società, rimanga sempre fedele al mandato che il Signore Gesù ha affidato ai suoi: “Gli undici discepoli, intanto, andarono in Galilea, sul monte che Gesù aveva loro indicato. Quando lo videro, si prostrarono. Essi però dubitarono. Gesù si avvicinò e disse loro: «A me è stato dato ogni potere in cielo e sulla terra. Andate dunque e fate discepoli tutti i popoli, battezzandoli nel nome del Padre e del Figlio e dello Spirito Santo, insegnando loro a osservare tutto ciò che vi ho comandato. Ed ecco, io sono con voi tutti i giorni, fino alla fine del mondo» ” (Matteo 28, 1 6-20).

La comunità cristiana nasce dall’incontro personale con Gesù Cristo.

“Mentre camminava lungo il mare di Galilea, vide due fratelli, Simone, chiamato Pietro, e Andrea suo fratello, che gettavano le reti in mare; erano infatti pescatori. E disse loro: « Venite dietro a me, vi farò pescatori di uomini». Ed essi subito lasciarono le reti e lo seguirono. Andando oltre, vide altri due fratelli, Giacomo, figlio di Zebedeo, e Giovanni suo fratello, che nella barca, insieme a Zebedeo loro padre, riparavano le loro reti, e li chiamò. Ed essi subito lasciarono la barca e il loro padre e lo seguirono” (Mt 4, 18-22).

  • Alla luce di questa Parola e dell’incontro personale con Gesù è importante guardare all’ITINERARIO DI INIZIAZIONE CRISTIANA, il momento dove il cammino di ogni cristiano ha inizio.

“La Comunità cristiana nasce dall’Eucaristia e vive un clima di preghiera fedele e fiduciosa, nella persuasione che senza il Signore non possiamo fare nulla”

“Venuta la sera, si mise a mensa con i Dodici. Mentre mangiavano disse: “In verità io vi dico, uno di voi mi tradirà”. Ed essi, addolorati profondamente, incominciarono ciascuno a domandargli: “Sono forse io, Signore?”. Ed egli rispose:”Colui che ha intinto con me la mano nel piatto, quello mi tradirà. Il Figlio dell’uomo se ne va, come è scritto di lui, ma guai a colui dal quale il Figlio dell’uomo viene tradito; sarebbe meglio per quell’uomo se non fosse mai nato!”. Giuda, il traditore, disse: “Rabbì, sono forse io?”. Gli rispose: “Tu l’hai detto”. Ora, mentre essi mangiavano, Gesù prese il pane e, pronunziata la benedizione, lo spezzò e lo diede ai discepoli dicendo: “Prendete e mangiate; questo è il mio corpo”. Poi prese il calice e, dopo aver reso grazie, lo diede loro, dicendo: “Bevetene tutti, perché questo è il mio sangue dell’alleanza, versato per molti, in remissione dei peccati. Io vi dico che da ora non berrò più di questo frutto della vite fino al giorno in cui lo berrò nuovo con voi nel regno del Padre mio”. (Mt 26, 20-29).

“Erano assidui nell’ascoltare l’insegnamento degli apostoli e nell’unione fraterna, nella frazione del pane e nelle preghiere. “Un senso di timore era in tutti e prodigi e segni avvenivano per opera degli apostoli. Tutti coloro che erano diventati credenti stavano insieme e tenevano ogni cosa in comune; chi aveva proprietà e sostanze le vendeva e ne faceva parte a tutti, secondo il bisogno di ciascuno. Ogni giorno tutti insieme frequentavano il tempio e spezzavano il pane a casa prendendo i pasti con letizia e semplicità di cuore, lodando Dio e godendo la simpatia di tutto il popolo. Intanto il Signore ogni giorno aggiungeva alla comunità quelli che erano salvati”

(At 2,42-48).

  • In questo Spirito desideriamo rileggere i PASSI consegnati alla nostra comunità nell’ultima visita pastorale dell’Arcivescovo e cercheremo di vivere questa Parola in ogni LITURGIA E CELEBRAZIONE.

“La Comunità dei discepoli del Signore è il contesto in cui ciascuno riconosce che la sua vita e una grazia, una vocazione, una missione”

“Mentre il giorno di Pentecoste stava per finire, si trovavano tutti insieme nello stesso luogo. Venne all’improvviso dal cielo un rombo, come di vento che si abbatte gagliardo, e riempì tutta la casa dove si trovavano. Apparvero loro lingue come di fuoco che si dividevano e si posarono su ciascuno di loro; ed essi furono tutti pieni di Spirito Santo e cominciarono a parlare in altre lingue come lo Spirito dava loro il potere d’esprimersi.

Si trovavano allora in Gerusalemme Giudei osservanti di ogni nazione che è sotto il cielo. Venuto quel fragore, la folla si radunò e rimase sbigottita perché ciascuno li sentiva parlare la propria lingua. Erano stupefatti e fuori di sé per lo stupore dicevano: «Costoro che parlano non sono forse tutti Galilei? E com’è che li sentiamo ciascuno parlare la nostra lingua nativa? Siamo Parti, Medi, Elamiti e abitanti della Mesopotamia, della Giudea, della Cappadocia, del Ponto e dell’Asia, della Frigia e della Panfilia, dell’Egitto e delle parti della Libia vicino a Cirene, stranieri di Roma, Ebrei e proseliti, Cretesi e Arabi e li udiamo annunziare nelle nostre lingue le grandi opere di Dio». Tutti erano stupiti e perplessi, chiedendosi l’un l’altro: «Che significa questo?». Altri invece li deridevano e dicevano: «Si sono ubriacati di mosto» ” (Atti 2, 1-13).

“Ogni proposta deve avere come obiettivo l’aiuto perché ciascuno trovi la sua vocazione e la viva nelle forme che lo Spirito suggerisce, quindi nella pluralità delle forme associative e dei percorsi personali. In particolare la Pastorale giovanile deve essere scuola di preghiera e percorso vocazionale. La scelta dei diversi stati di vita deve essere accompagnata con sapienza e autorevolezza dagli adulti della comunità, cosi da favorire le decisioni definitive per la vita matrimoniale o le forme di speciale consacrazione. La comunità degli adulti infatti deve pensarsi come comunità educante” (Arcivescovo Mario Delpini, Lettera alla Diocesi per l’anno pastorale 2017-2018, 4.2)

  • Lo Spirito Santo è il vero “Animatore” di ciascun percorso formativo, nel senso che ne costituisce l’anima. È Lui che tocca i cuori: dai preadolescenti ai giovani, fino alla preparazione al matrimonio e alla formazione in età adulta.

È lo Spirito che suggerisce i percorsi da attuare in Oratorio per favorire l’incontro dei giovani con Gesù.

”La Comunità dei discepoli del Signore è presente nel contesto in cui vive come il sale della terra, la luce del mondo, il lievito che fa fermentare tutta la pasta”

“Vi do un comandamento nuovo: che vi amiate gli uni gli altri. Come io ho amato voi, COSI amatevi anche voi gli uni gli altri. Da questo tutti sapranno che siete mici discepoli: se avete amore gli uni per gli altri” (Gv 13, 34-35)

“Voi siete il sale della terra; ma se il sale perdesse il sapore, con che cosa lo si potrà render salato? A null’altro serve che ad essere gettato via e calpestato dagli uomini. Voi siete la luce del mondo; non può restare nascosta una città collocata sopra un monte, ne si accende una lucerna per metterla sotto il moggio, ma sopra il lucerniere perché faccia luce a tutti quelli che sono nella casa. Così risplenda la vostra luce davanti agli uomini, perché vedano le vostre opere buone e rendano gloria al vostro Padre che è nei cieli” (Mt 5, 13 16)

“Nella complessità del nostro tempo coloro che condividono la mentalità e i sentimenti di Cristo hanno la responsabilità di testimoniare come la fede diventi cultura, proponga una vita buona, desiderabile per tutti, promettente per il futuro del Paese e dell’Europa. Nella conversazione quotidiana, nell’uso saggio degli strumenti di comunicazione della comunità i discepoli del Signore condividono, argomentano, approfondiscono quella visione dell’uomo e della donna, del mondo e della vita che si ispira al Vangelo, che si lascia istruire dal magistero della Chiesa e dalla ricerca personale”.

Il parroco, Don Ferdinando Merelli

Progetto Pastorale Parrocchiale

Siamo “popolo in cammino”

Quello che ci proponiamo di intraprendere con questo semplice documento è un viaggio nella vita della nostra parrocchia, negli eventi importanti ma anche in quelli più ordinari, ugualmente illuminati dalla presenza di Gesù.

Ma, non appena muoviamo i primi passi, ci accorgiamo che un viaggio non ci basta, è troppo poco, perché quello che più desideriamo è alzare lo sguardo verso una meta. Allora ci sentiamo dentro a un pellegrinaggio” come “popolo in cammino”.

Durante il nostro percorso di riflessione nell’Amore di Gesù occorreranno dei segnavia”. Eccoli! Saranno queste domande:

1. Da dove partire?

Dalla Parola di Dio, lampada inestinguibile su ogni nostro passo (Sal 119), che il nostro parroco propone e indica come punto di partenza di ogni progetto, guida di ogni azione e nutrimento quotidiano. Questa parola, al di sopra di tante parole, è il vero riferimento, che ci accompagna sempre, perfino quando noi non comprendiamo, come accadde ai discepoli di Emmaus, o quando sbagliamo la direzione. Essa ci fa tornare sulla giusta via con più vigore e più entusiasmo che mai.

2. Come viaggiare?

Porteremo con noi le indicazioni e riflessioni del nostro Arcivescovo, che ci invita nella Lettera Pastorale 2018-19 a camminare come pellegrini, che hanno in cuore una promessa di salvezza, di fedeltà eterna da parte del Signore, che ci dà la forza di compiere “vie faticose e promettenti, con altri pellegrini formando un’unica carovana” (cfr. introd. CRESCE lungo il cammino il suo vigore – Arcivescovo Mario Delpini). A queste riflessioni uniremo le indicazioni del Catechismo della Chiesa Cattolica, per non perdere di vista il cuore di ogni ministero assunto nella comunità.

3. E la meta?

La meta è una cima altissima: la santità”! Essa pare irraggiungibile, ma papa Francesco ci rassicura: la via per questa vetta non è impossibile, ha la misura dei nostri passi, ha il volto delle nostre famiglie, dei nostri ragazzi, dei nostri amici, dei nostri sacerdoti… Ha il sapore della ferialità. È una meta altissima ma possibile, se percorsa a piccoli passi, nella fedeltà di ogni giorno, con la grazia di Dio!

I diversi ministeri della Comunità Parrocchiale di Arconate verranno letti in riferimento a cinque verbi, emersi dal Convegno Ecclesiale di Firenze (2015):

USCIRE – ANNUNCIARE – ABITARE – EDUCARE – TRASFIGURARE

  • Ogni ministero sarà introdotto da una riflessione tratta dall’ultima lettera pastorale del nostro Arcivescovo.
  • Il Catechismo della Chiesa Cattolica ci aiuterà a comprendere il cuore di questo ministero all’interno del cuore più grande della Chiesa.
  • Infine, le parole di papa Francesco ci aiuteranno a riconoscere i passi svolti e quelli ancora da compiere nella direzione tanto desiderata della santità.

Buon cammino!

USCIRE

1 – Ministero Straordinario dell’Eucarestia

“È esemplare la dedizione dei ministri straordinari della comunione ai malati, che non solo consentono a molte persone anziane e malate di ricevere la comunione eucaristica, ma che portano nelle case i segni delle premurose attenzioni della comunità cristiana”

(Lettera Pastorale CRESCE lungo il cammino il suo vigore, Arcivescovo M. Delpini)

IN CAMMINO VERSO LA COMUNIONE CON CRISTO

Il ministero di questo servizio liturgico, intimamente connesso con la carità e destinato soprattutto ai malati e alle assemblee numerose, impegna chi lo esercita a inserirsi attivamente nella propria comunità parrocchiale e a dare testimonianza di vera pietà eucaristica. In questa comunità i ministri straordinari della comunione sono 12 (3 uomini e 9 donne), tra i quali è nominato un referente.

Il ministro straordinario della comunione eucaristica ha la gioia e la responsabilità di prendere tra le mani il pane eucaristico, sacramento del Corpo e del Sangue di Cristo, memoriale del sacrificio pasquale, mistero di amore e di unità, pegno della gloria futura, e di porgerlo ai fedeli perché se ne nutrano.

I riti di comunione all’interno della santa Messa, in buona sostanza, sono riproposti dai ministri anche al di fuori della Messa, quando portano la comunione ai malati e agli anziani, specialmente di domenica, anche per unire la comunione ai malati e la Messa celebrata in parrocchia.

CHI È IL MINISTRO STRAORDINARIO DELL’EUCARESTIA

Dal Catechismo: “Il Ministro straordinario dell’Eucarestia è un servizio da promuovere e da valorizzare come segno di una comunità che si fa vicina al malato e lo ha presente nel cuore della celebrazione eucaristica, come membro del Corpo di Cristo, a cui va offerta la cura più grande”

Il ministro è un collaboratore preparato: partecipa alla catechesi degli adulti, cerca di conoscere la Parola di Dio, coltiva un forte interesse per la liturgia eucaristica, recita la Liturgia delle Ore.

Il ministro è puntuale e preciso: che bella cosa la puntualità! Se il ministro non può andare alla visita in casa del malato, avvisa.

Quando arriva saluta, poi predispone e prepara ogni cosa col dovuto decoro. Osserva con esattezza il rito prescritto che conosce bene. Svolge il suo compito con calma e serenità. Sa evitare ripetitività e pettegolezzi.

Il ministro è devoto e si deve vedere la sua fede. Il ministro adora il mistero, è contrito per i suoi peccati, proclama con attenzione la Sacra Scrittura (magari riportando un pensiero dell’omelia del parroco). Offre la comunione con gesto eloquente, osserva il sacro silenzio, invita al ringraziamento.

In questo modo rende presente Gesù, “ il medico delle anime e dei corpi”, il solo che porta la pace nel cuore.

Il ministro è umile: mette al centro Gesù e, insieme, il malato. In riferimento al malato deve essere anche un po’ psicologo: cerca di capire la sua solitudine, la sua povertà, la sua emarginazione. Si impegna ad ascoltare, offrire calore umano, trovare parole (poche) di consolazione; consapevole di poter trovare familiari o badanti stanchi o affaticati…

LA COLLABORAZIONE TRA MINISTRI STRAORDINARI E PRESBITERI DELLA PARROCCHIA

Il ministro è un tramite della Parrocchia. Porta ai malati il foglio settimanale (spesso i malati sono quelli che lo leggono con più attenzione), l’ulivo alla domenica delle Palme, un fiore …

Di ritorno in parrocchia, il ministro riferisce al parroco le cose più rilevanti, in particolare la situazione dei malati gravi o le richieste ascoltate (come il desiderio di una confessione). Egli non fa nulla in parrocchia senza l’autorizzazione del parroco e non va oltre le mansioni che gli sono state affidate.

È disposto a collaborare coi sacerdoti della parrocchia e lascia l’incarico, se richiesto, alla fine del mandato, rimanendo disponibile ad assumere altri incarichi (ad esempio, può diventare visitatore delle famiglie della sua via…) Il gruppo dei ministri ha dei momenti di incontro formativi, informativi e di preghiera.

… IN CAMMINO VERSO LA SANTITÀ

È possibile amare con l’amore incondizionato del Signore perché il Risorto condivide la sua vita potente con le nostre fragili vite: «Il suo amore non ha limiti e una volta donato non si è mai tirato indietro»”

Papa Francesco – Gaudete et Exsultate

2 – Commissione Missionaria

“La chiesa si riconosce “dalle genti” non solo perché prende coscienza della mobilità umana ma in primo luogo perché, docile allo Spirito, sperimenta che non si dà cammino del Popolo di Dio verso il monte dell’alleanza piena se non dove, nel cammino insieme verso la medesima meta, si apprende a camminare gli uni verso gli altri”

Lettera Pastorale CRESCE lungo il cammino il suo vigore – Arcivescovo M. Delpini

“A partire dal Vangelo io affermo che la logica della missione è la sproporzione, la missione è sproporzionata alla disponibilità degli operai”

Veglia per la Giornata Missionaria Mondiale 2017 – Arcivescovo M. Delpini

IN CAMMINO GLI UNI VERSO GLI ALTRI

La Commissione Missionaria è una realtà che si occupa di sensibilizzare i parrocchiani al carisma della “missionarietà” nella Chiesa, mettendo in primo piano la conoscenza delle opere missionarie e le esigenze dei più poveri del mondo, affiancando e sostenendo i progetti di aiuto delle missioni.

Il gruppo partecipa agli incontri decanali di formazione presso la “Scala di Giacobbe” a Castelletto.

Affiancando preghiera e interventi culturali si offre alla comunità un ampio sguardo sulle tematiche missionarie, proponendo anche letture di riviste specifiche.

La collaborazione di più persone che mettono a disposizione le proprie abilità e impegno permette di allestire la mostra missionaria, che ha il duplice obiettivo di raccogliere fondi per sostenere i progetti missionari e di far conoscere le abilità e le potenzialità umane delle società più povere.

Sono di primaria importanza le iniziative di carità di Avvento e Quaresima, occasioni per finanziare qualche progetto, ma soprattutto opportunità per richiamare l’attenzione a chi è nel bisogno. Il frutto di questa solidarietà va ai membri più svantaggiati di questa grande famiglia che è la Chiesa.

CHI È LA COMMISSIONE MISSIONARIA NELLA PARROCCHIA

Dal Catechismo: “Perché la Chiesa possa realizzare la sua missione, lo Spirito Santo “la provvede di diversi doni gerarchici e carismatici, con i quali la dirige”. La Chiesa perciò, fornita dei doni del suo Fondatore e osservando fedelmente i suoi precetti di carità, di umiltà e di abnegazione, riceve la missione di annunciare e instaurare in tutte le genti il Regno di Cristo e di Dio, e di questo Regno costituisce in terra il germe e l’inizio”

La Commissione Missionaria opera per far sentire il sostegno spirituale innanzitutto, ma anche materiale, ai missionari sparsi nel mondo, in particolare in questi paesi:

  • AMERICA MERIDIONALE: Bolivia-Brasile
  • AMERICA SETTENTRIONALE: Messico
  • AFRICA: Burundi, Eritrea, Etiopia, Mali, Sudan, Rep. Centrafricana
  • ASIA: India
  • EUROPA: Albania, Italia (PP.OO.MM. Roma)

Ma anche alla CARITAS, Chiesa Parrocchiale ed Oratorio.

Un momento forte è “L’OTTOBRE MISSIONARIO” periodo in cui vengono proposti momenti di preghiera e meditazione con lo sguardo e il cuore rivolti a chi porta il Vangelo in tutto il mondo.

… IN CAMMINO VERSO LA SANTITÀ

La missione della Chiesa è animata da una spiritualità di continuo esodo. Si tratta di uscire dalla propria comodità e avere il coraggio di raggiungere tutte le periferie che hanno bisogno della luce del Vangelo”

Papa Francesco – Gaudete et Exsultate

Riconosciamo la nostra fragilità ma lasciamo che Gesù la prenda nelle sue mani e ci lanci in missione. Siamo fragili, ma portatori di un tesoro che ci rende grandi e che può rendere più buoni e felici quelli che lo accolgono. L’audacia e il coraggio apostolico sono costitutivi della missione”

Papa Francesco – Esortazione apostolica Evangelii Gaudium

3 – Associazione UNITALSI

“Sentiamo nostro compito imprescindibile, nel tempo del nostro pellegrinaggio, abitare pienamente gli ambienti di vita che condividiamo con tutti. Desideriamo che la benedizione del Signore, trasfiguri i luoghi in cui la gente vive, ama, spera e soffre”

Lettera Pastorale CRESCE lungo il cammino il suo vigore – Discoverer M. Delpini

IN CAMMINO VERSO LA SPERANZA

L’UNITALSI fu fondata da Giovanni Battista Tomassi, un giovane romano gravemente malato che, se a Lourdes non avesse ricevuto della guarigione, si sarebbe suicidato ai piedi della Madonna, come gesto di sfida e di bestemmia.

Alla grotta della Madonna, però, rimase stupito dal conforto, dalla speranza e dalla serenità che i volontari riuscivano a trasmettere ai sofferenti.

Un amore così grande lo travolse e lo fece diventare araldo di Maria. Lo stesso amore tuttora vive nei volontari che trasportano gli ammalati nei vari santuari, li vanno a trovare nelle loro case o istituti, condividono momenti di preghiera in Chiesa o nelle loro case coinvolgendo parenti, vicini, amici.

La nostra guida spirituale è il parroco. D’altra parte partecipiamo anche alle giornate di preghiera organizzate a Legnano, presso la sotto sezione di Milano, come associazione Unitalsi.

Ad Arconate nel 1966 l’Unitalsi iniziò la sua opera con un gruppo di volontari, dai 18 ai 30 anni, sostenuti da tanta giovinezza e guidati dal parroco, insieme al capogruppo Ramponi Giovanni, con qualche anno in più, e la giovane madrina Matera Mariolina.

In seguito, si succedettero nel nostro gruppo come guida i vari parroci e Guido Gatti che ha lasciato il ruolo di capogruppo dopo 36 anni di ottimo lavoro e che ancora ringraziamo.

Oggi circa un centinaio di anziani e malati gravi sono accompagnati dai volontari dell’Unitalsi. Confidiamo nell’aiuto della Madonna per essere testimoni amorevoli dell’amore di Cristo e potere e riuscire con l’esempio ad avvicinare nuovi volontari a questo ministero così ricco di fraternità e solidarietà.

Le nostre iniziative comunitarie sono:

  • 11 Febbraio Santo Rosario in chiesa per la “ Giornata del malato” nella festività della Madonna di Lourdes
  • 3° Domenica di Maggio: Santa Messa in Chiesa con i malati
  • Ogni Giovedì di Maggio: Recita Rosario nelle case dei malati
  • 1° Domenica di Giugno: Pellegrinaggio a Caravaggio

CHI È IL VOLONTARIO DELL’UNITALSI

Dal Catechismo: “La compassione di Cristo verso tutti coloro che soffrono si spinge così lontano che gli si identifica con loro.

Il suo amore di predilezione per gli infermi non ha cessato, lungo i secoli, di rendere i cristiani particolarmente premurosi verso tutti coloro che soffrono nel corpo e nello spirito. Essa sta all’origine degli instancabili sforzi per alleviare le loro pene”

Il volontario Unitalsi è una persona generosa, sensibile, premurosa, capace di soffrire con chi soffre, di portare parole di conforto o di stare in silenzio davanti ai momenti di fragilità umana. È un cristiano che sa condividere la croce di un fratello, ma anche l’amore che da essa si sprigiona.

L’impegno è vissuto in semplicità e consiste nel portare un sorriso, una vicinanza serena, un pensiero spirituale a coloro che per malattia, anzianità o solitudine sono costretti a casa.

Il volontario Unitalsi desidera farsi prossimo ed essere fratello di chi non può sentire il calore della comunità: egli porta, con discrezione ma con gioia, questo calore e la bellezza dell’amore capace di condividere.

… IN CAMMINO VERSO LA SANTITÀ

La persona che vede le cose come sono realmente, si lascia trafiggere dal dolore e piange nel suo cuore è capace di raggiungere le profondità della vita e di essere veramente felice. Quella persona è consolata, ma con la consolazione di Gesù e non con quella del mondo. Così può avere il coraggio di condividere la sofferenza altrui e smette di fuggire dalle situazioni dolorose. In tal modo scopre che la vita ha senso nel soccorrere un altro nel suo dolore, nel comprendere l’angoscia altrui, nel dare sollievo agli altri. Questa persona sente che l’altro è carne della sua carne, non teme di avvicinarsi fino a toccare la sua ferita, ha compassione fino a sperimentare che le distanze si annullano. Così è possibile accogliere quell’esortazione di san Paolo: «Piangete con quelli che sono nel pianto» (Rm 12,15). Saper piangere con gli altri, questo è santità”.

(Papa Francesco – Gaudete et Exsultate)

4 – Gruppo Mani Aperte

L’incontro, l’ascolto, la condivisione permettono di valorizzare lo specifico di ciascuno. (…) Chi spera nel Signore non ha motivo di dubitare, perché il Signore c’è e ascolta! E il suo ascolto, la sua attenzione, la sua cura sono benedizione!

Lettera Pastorale CRESCE lungo il cammino il suo vigore – Arcivescovo M. Delpini

IN CAMMINO VERSO LA PERSONA

Il Gruppo Mani Aperte nasce nel 1992 in ambito oratoriano da un gruppo di giovani che decidono di mettere a disposizione parte del loro tempo per frasi prossimi nei confronti di persone con disabilità. Tutto inizia grazie alla sollecitazione del parroco, che, durante le benedizioni natalizie, aveva incontrato alcune famiglie con persone disabili di età diverse, ma soprattutto giovani che, proprio in quegli anni, si erano trasferiti ad Arconate e sembrava una buona idea quella di creare un gruppo che potesse accogliere questi ragazzi, trascorrendo con loro il tempo libero e poter supportare i loro familiari nei momenti di necessità.

Inizia con tanto entusiasmo e anche qualche timore l’attività di questo gruppo; gli incontri si tengono ogni due settimane: Laboratori creativi, spettacoli teatrali, feste, momenti di svago, ma anche di preghiera offrono l’occasione per stare insieme, creare e rafforzare nuovi legami.

Abbiamo cercato di valorizzare le capacità di ciascuno e di fare esperienze diverse per soddisfare le passioni che ognuno ha, di curare la persona in tutta la sua interezza anche attraverso momenti di spiritualità guidati dai sacerdoti che si sono si sono susseguiti nella nostra parrocchia. Questa esperienza ha permesso ad ognuno di arricchirsi interiormente, assaporando chi la gioia di donare, chi la gioia di essere amato. In questi anni abbiamo cercato di integrare i nostri ragazzi nella vita della comunità cristiana e anche negli eventi della comunità civile. Sono nate tante belle relazioni e collaborazioni con altre realtà associative. Siamo cresciuti insieme a loro,

siamo diventati amici condividendo gioie e dolori.

Ci piacerebbe che altri giovani possano scoprire la bellezza di uscire da sé per entrare in relazione con persone che ci insegnano che ciascuno ha delle difficoltà, ma che insieme è più facile superarle.

CHI E? L’AMICO DEL GRUPPO MANI APERTE

Dal Catechismo: “Insieme alla chiamata personale alla beatitudine, l’uomo ha la dimensione sociale come componente essenziale della sua natura e della sua vocazione. Infatti: tutti gli uomini sono chiamati ad un medesimo fine, Dio stesso: esiste una certa somiglianza tra la comunione delle Persone divine e la fraternità che gli uomini devono instaurare tra loro nella verità e nella carità; l’amore del prossimo è inseparabile dall’amore per Dio”

L’amico è una persona che sa stare accanto, che sa accogliere ma anche farsi accogliere e condividere.

Don Carlo Gnocchi, che ha fatto della sua vita un dono nei confronti dei suoi mutilatini, scriveva: “Altri potrà servirli meglio ch’io non abbia saputo e potuto fare, nessun altro, forse, amarli più ch’io abbia fatto”, insegnandoci che ciò che ci deve dare la forza di mettersi al servizio degli altri è l’amore che non si dimostra con azioni spettacolari, ma donando se stessi, perché abbiamo bisogno gli uni degli altri.

Crediamo che la comunità parrocchiale, attraverso la nostra presenza, abbia imparato ad abbattere un po’ le barriere “mentali” che ancora oggi esistono verso le persone con disabilità.

Come già detto, avremmo bisogno di nuovi “amici” che condividano questa forma di amore verso le persone più fragili.

(Lettera Pastorale – CRESCE lungo il cammino il suo vigore – Mons. M. Delpini)

… IN CAMMINO VERSO LA SANTITÀ

“La preghiera è preziosa se alimenta una donazione quotidiana d’amore. Il nostro culto è gradito a Dio quando vi portiamo i propositi di vivere con generosità e quando lasciamo che il dono di Dio che in esso riceviamo si manifesti nella dedizione ai fratelli.”

Papa Francesco – Gaudete et Exsultate

5 – Caritas Parrocchiale

Ringrazio la Caritas che nelle sue tante forme di presenza dentro il tessuto diocesano non viene mai meno alla sua originaria dimensione educativa e di stimolo, e non soltanto di risposta al bisogno.”

Lettera Pastorale – CRESCE lungo il cammino il suo vigore (Arcivescovo Mario Delpini)

La Chiesa, consapevole che la Carità è un dono di Dio in Cristo, annuncia il Vangelo non solo con la Parola, ma anche con la comunione fraterna e le opere di carità verso i poveri e i sofferenti. Il Vangelo stesso ci indica questa strada: “Così risplenda la vostra luce davanti agli uomini, perché vedano le vostre opere buone e rendano gloria al vostro Padre che è nei Cieli” (Mt. 5,16). La carità di Cristo ci spinge verso i più poveri, dando aiuto e solidarietà in stretta collaborazione con le istituzioni pubbliche e private sociali.

Incontriamo ogni giorno gente che chiede aiuto, che ha bisogno di tutto, che vive in uno stato di precarietà, perché sta perdendo la casa, non ha un lavoro, ma soprattutto è sola e non sa come affrontare tutti i problemi.

La parrocchia è chiamata a stare accanto a queste persone appesantite dal disagio e che portano con sé anche atteggiamenti che creano diffidenza e paura. Particolare attenzione va data alle famiglie, che vivono momenti di sofferenza a causa di malattie, povertà, solitudine, emarginazione, disagio psichico e a chi vive il dramma di un familiare in carcere.

Ecco che il farsi prossimo assume un significato di autentica carità. Una carità che predilige e favorisce l’incontro e il superamento delle distanze, il saluto e l’ascolto, il farsi carico per togliere parte del gravoso “carico” di preoccupazioni e problemi, per evitare la disperazione. L’accoglienza, la discrezione e la tenerezza siano espressione di condivisione umana radicata nel mistero di Dio, solo così chi opera la carità saprà essere portatore di speranza.

Il fenomeno che stiamo vivendo nelle nostre comunità riguarda anche l’accoglienza degli stranieri; l’impegno è di dare aiuto, affinché trovino il modo per inserirsi ed integrarsi nella comunità, nel mondo del lavoro e in tutte le realtà sociali.

Di fronte alla grave crisi economica che colpisce molte ditte e molti lavoratori, rendendo povere molte famiglie, la Chiesa attraverso la nostra parrocchia, deve cercare di sensibilizzare sul valore di una maggiore sobrietà nell’uso delle risorse e nel tenore di vita e, contemporaneamente, di una concreta e attiva solidarietà nei confronti dei più svantaggiati.

La Caritas parrocchiale ha il compito di sensibilizzare la comunità, collaborando strettamente con tutte le realtà del territorio.

Dal Catechismo: “La Carità è la virtù teologale per la quale amiamo Dio sopra ogni cosa per se stesso e il nostro prossimo come noi stessi per amore di Dio. Gesù fa della Carità un comandamento nuovo. Gesù ci chiede di amare come Lui perfino i nostri nemici e di farci prossimo dei più lontani. Amandosi gli uni e gli altri, i discepoli imitano l’amore di Gesù, che essi ricevono a loro volta. L’esercizio di tutte le virtù è animato e ispirato dalla Carità”.

CHI È L’OPERATORE CARITAS

Nella nostra comunità, da sei anni è presente e operante la Caritas parrocchiale “Casa Betania”, dove il servizio assiduo di tanti volontari, assicura vicinanza e sostegno alle persone che vivono un periodo difficile a causa di un problema familiare, sociale, economico, di salute o di solitudine.

In particolare, presso “Casa Betania”, sono attivi i seguenti servizi:

Centro “Io ti ascolto” che apre le porte alle persone che sentono la necessità di un conforto per superare situazioni che richiedono l’intervento delle diverse strutture presenti sul territorio. L’ascolto e le attenzioni prestate dagli operatori sono finalizzate ad accompagnare e a orientare la famiglia nel percorso di recupero della propria autonomia. Nel caso in cui la richiesta di aiuto è anche economica, la Caritas attraverso le risorse donate dalla comunità in adesione al progetto “Tante Famiglie,Una sola famiglia” assicura i generi alimentari di prima necessità e le spese più urgenti che non hanno trovato altra soluzione.

– Il progetto “VestiAmoci” che si preoccupa di raccogliere e selezionare il vestiario e le attrezzature per l’infanzia da donare alle famiglie con bambini da 0 a 14 anni.

– Il progetto “Doposcuola StranaMente” assicura l’assistenza allo studio ai ragazzi di età compresa tra i sei e i quattordici anni.

– Il progetto “Io Parlo Italiano” che si prefigge l’obiettivo di integrare e includere le persone straniere residenti nella comunità.

Le persone impegnate in questo cammino di carità partecipano regolarmente alle iniziative formative proposte dalla Diocesi al fine di mantenere coerente l’opera della carità al personale cammino di fede.

… IN CAMMINO VERSO LA SANTITÀ

Se cerchiamo quella santità che è gradita agli occhi di Dio, troviamo proprio una regola di comportamento in base alla quale saremo giudicati: «Ho avuto fame e mi avete dato da mangiare, ho avuto sete e mi avete dato da bere, ero straniero e mi avete accolto, nudo e mi avete vestito, malato e mi avete visitato, ero in carcere e siete venuti a trovarmi» (25,35-36).

Essere santi non significa, pertanto, lustrarsi gli occhi in una presunta estasi. Diceva san Giovanni Paolo II che «se siamo ripartiti davvero dalla contemplazione di Cristo, dovremo saperlo scorgere soprattutto nel volto di coloro con i quali egli stesso ha voluto identificarsi»

(Papa Francesco – Gaudete et Exusltate)

ANNUNCIARE

6 – Commissione Liturgica

“Nel contesto liturgico è annunciata la Parola, perché tutti la possano ascoltare e ne siano consolati e illuminati

Lettera Pastorale – CRESCE lungo il cammino il suo vigore (Arcivescovo Mario Delpini)

IN CAMMINO VERSO LA “BUONA NOTIZIA” PER TUTTI

La commissione Liturgica è un insieme di persone che, guidate dai sacerdoti, coordina le celebrazioni liturgiche, si forma allo spirito della liturgia, secondo i dettami del Concilio Ecumenico Vaticano II. È una struttura di comunione per la preparazione e la realizzazione delle celebrazioni: e dunque indispensabile che in essa convergano i rappresentanti di coloro che, in prima persona, sono impegnati nell’animazione liturgica: sacerdote in primis, lettori, cantori, ministranti, ministri straordinari della comunione eucaristica, sacristi e persone che preparano la chiesa. Per far si che ciò avvenga c’è bisogno della collaborazione di tutti i componenti della commissione.

Con questo criterio, dal Parroco e dal Coadiutore, sono state scelte persone che compongono la commissione.

CHI È IL MEMBRO DELLA COMMISSIONE LITURGICA

Dal Catechismo: “Coloro che, con l’aiuto di Dio, hanno accolto l’invito di Cristo a diventare eredi della sua vita beata e vi hanno liberamente risposto, a loro volta sono stati spinti dall’amore di Cristo ad annunziare ovunque la Buona Novella. Ora tutti i credenti in Cristo sono chiamati a trasmetterla di generazione in generazione, annunziando la fede, vivendola nell’unione fraterna e celebrandola nella Liturgia e nella preghiera”.

È un parrocchiano che sente la presenza di Gesù nella Liturgia, che ascolta in preghiera la Parola e fa memoria del sacrificio salvifico di Gesù. Coglie l’immensa ricchezza di questo momento, sa ricondurre ogni rito alla persona di Gesù e desidera che tutti i fratelli possano vivere con intensità le celebrazioni.

La ricchezza delle nostre liturgie necessita di un gran numero di servizi da svolgere, ma anche una capacità di organizzazione e armonizzazione di questi stessi servizi. Ci sono animatori incaricati di proclamare la Parola (lettore, salmista); altri che prestano la loro opera affinché i segni liturgici che sono compiuti significhino appieno le realtà di salvezza che contengono (presidente dell’assemblea, diaconi, accoliti, chierichetti…); altri curano l’aspetto musicale; altri intervengono in momenti differenti per eventuali spiegazioni, utili per la piena partecipazione dell’assemblea (commentatore). Ciascuno cercherà, compiendo il suo servizio di far avanzare la celebrazione assicurandone il ritmo, gli accenti, le necessarie pause o intervalli e l’equilibrio fra durate delle diverse parti.

Ci sono persone che preparano la chiesa e l paramenti sacri; il sacrista che cura la sistemazione di arredi, l sussidi per i fedeli e l’altare. Questo servizio contribuisce a rendere più bella ed accogliente la chiesa.

La commissione liturgica si riunisce periodicamente, in particolare all’inizio dei tempi forti (Avvento – Quaresima) e in occasione di solennità particolari.

Vengono proposti periodicamente incontri Spirituali di formazione sull’importanza dei servizi svolti ma anche di formazioni pratiche sulle modalità di svolgimento dei diversi servizi in continua evoluzione.

7– Ministranti (o chierichetti)

“Rinnovo l’invito a curare la celebrazione della messa domenicale, a proporla con convinzione a tutti i fedeli (…) Il primo passo non potrà che essere la convinzione, la gioia, la partecipazione intensa e la cura, perché ne vengano frutti di carità e di gioia.

Lettera Pastorale – CRESCE lungo il cammino il suo vigore (Arcivescovo Mario Delpini)

Dal Catechismo: “Il chierichetto non si riduce soltanto al servizio all’altare, che presta con diligenza, generosità, impegno, precisione, puntualità. E ‘un ragazzo che, attraverso il Battesimo, è diventato amico di Gesù che ci ha mostrato che Dio è Amore e che nella vita di ogni giorno e con tutti cerca di vivere quello stile di amore e di servizio che Gesù ci ha insegnato”.

CHI È IL MINISTRANTE (O CHIERICHETTO)?

Nell’ambito della Commissione liturgica il ministrante, o chierichetto, è un ragazzo che desidera imparare a vivere l’amicizia con Gesù vivendo la Liturgia in prima persona, servendo ed ascoltando e contribuendo a renderla più attenta e curata.

Il chierichetto svolge un servizio alla comunità reso nell’amore, così come i lettori, le voci guida, i cantori. Egli, con la sua presenza e un piccolo segno della presenza di Dio tra noi: un Dio che si prende cura di tutti, che ascolta e che parla a tutti, grandi e bambini.

… IN CAMMINO VERSO LA SANTITÀ

Lasciamoci stimolare dai segni di santità che il Signore ci presenta attraverso i più umili membri di quel popolo che «partecipa pure dell’ufficio profetico di Cristo col diffondere dovunque la viva testimonianza di Lui, soprattutto per mezzo di una vita di fede e di carità»

(Papa Francesco – Gaudete et Exusltate)

8- Animazione Musicale

“I pellegrini celebrano la gioia di entrare alla presenza del Signore e condividono lo stupore, la gioia, l’augurio per il popolo che ammira e gode della bellezza di Gerusalemme. È invito a cantare insieme, nella comunità dei credenti, la gioia del desiderio che si compie.” (Andremo alla Casa del Signore, Sal 122)

Lettera Pastorale – CRESCE lungo il cammino il suo vigore (Arcivescovo Mario Delpini)

In ogni messa un gruppo di fedeli si dedica alla guida dei canti e diversi musicisti si alternano nell’accompagnamento delle celebrazioni. Una voce guida introduce il canto presente nel libretto con l’obiettivo di rendere l’assemblea partecipe alla preghiera.

I cantori impegnati nelle varie messe si riuniscono per formare un’unica corale parrocchiale in occasione delle celebrazioni più solenni. Anche in queste occasioni, insieme a canti meditativi si ha cura di proporre dei canti appartenenti alla tradizione popolare, perché tutti i fedeli possano partecipare con gioia alla preghiera.

Un coretto di bambini, guidato con fedeltà e passione dagli educatori dell’oratorio, si occupa di animare la messa della domenica mattina e di insegnare ai più piccoli a pregare cantando, mettendo la propria gioia e le proprie capacita, fin da piccoli, a servizio della comunità.

Anche i momenti di preghiera, i Rosari, le processioni per le vie del paese sono arricchiti da parrocchiani che mettono a disposizione il proprio talento per guidare l’assemblea nella preghiera e armonizzare il canto.

CHI È L’ANIMATORE MUSICALE DELLA LITURGIA?

Dal Catechismo: “La Parola di Dio diventa preghiera dell’uomo. Inseparabilmente personale e comunitaria, questa preghiera ispirata dallo Spirito Santo, canta le meraviglie di Dio nel[a creazione e nella storia della salvezza”.

L’animatore musicale della Liturgia è colui che dona la propria anima alla preghiera con la ricchezza della musica; infatti uno fra i ministeri che la liturgia prevede, è il ministero del cantore, del musicista, della voce guida, che hanno la possibilità di stimolare la partecipazione dell’assemblea del popolo di Dio nell’esprimere la gioia della propria fede anche con il canto. Coloro che animano la Liturgia vivono le parole dell’apostolo San Paolo. “Recitate tra voi salmi, inni e canti ispirati; cantate nei vostri cuori al Signore” (Ef. 5, 19) e sono persone guidate dallo Spirito Santo che servono la comunità non secondo i propri gusti personali, ma lodando il Padre, essendo la nostra vita una lode continua a Dio, come risposta al suo immenso Amore.

Il senso di ciascun gruppo di animazione musicale deve essere quello di riuscire a far sì che la gente partecipi alla Celebrazione e alla Liturgia con fede ed intensità.

… IN CAMMINO VERSO LA SANTITÀ

I profeti annunciavano il tempo di Gesù, che noi stiamo vivendo, come una rivelazione della gioia: «Canta ed esulta!» (Is 12,6); «Sali su un alto monte, tu che annunci liete notizie a Sion! Alza la tua voce con forza, tu che annunci liete notizie a Gerusalemme» (Is 40, 9); «Gridate di gioia, o monti, perché il Signore consola il suo popolo e ha misericordia dei suoi poveri» (Is 49, 13); «Esulta grandemente, figlia di Sion, giubila, figlia di Gerusalemme! Ecco, a te viene il tuo re. Egli è giusto e vittorioso» (Zc 9,9). E non dimentichiamo l’esortazione di Neemia: «Non vi rattristate, perché la gioia del Signore è la vostra forza» (8, 10).

(Papa Francesco – Gaudete et Exusltate)

ABITARE

9 – Commissione Famiglia

“Avverto l’urgenza di richiamare alla visione cristiana della vita, che è per tutti vocazione. Solo la fede di chi si dispone ad accogliere la rivelazione di Dio in Gesù Cristo può salvare dallo smarrimento. Gesù, definitiva rivelazione del Padre, offre le parole indispensabili per rispondere alle domande sul senso della vita; è lui che confida quale sia la speranza affidabile di una vita eterna e felice”

Lettera Pastorale – CRESCE lungo il cammino il suo vigore (Arcivescovo Mario Delpini)

… IN CAMMINO VERSO NAZARETH

La Commissione Famiglia accompagna le famiglie della comunità nelle loro varie espressioni, promuovendo iniziative per la crescita spirituale dei componenti.

Nacque nel 1995, a seguito dell’Anno Internazionale della Famiglia, istituito dall’allora papa Giovanni Paolo II che diceva:

“… L ‘Anno internazionale della famiglia offrirà senz’altro un’opportunità provvidenziale per approfondire i valori costitutivi di questa istituzione naturale. Sono certo che una loro migliore conoscenza e valorizzazione aiuterà a costruire un mondo più fraterno e solidale, riconoscendo la famiglia come cellula fondamentale della società”.

Inizialmente era composta da poche persone che, in forma embrionale, diedero vita a varie attività che via via si svilupparono, coinvolgendo sempre più persone, ma mantenendo lo spirito di servizio e di aiuto spirituale e concreto.

Dal Catechismo: “La famiglia cristiana è una comunione di persone, segno ed immagine della comunione del Padre e del Figlio nello Spirito Santo. La sua attività procreatrice ed educativa è il riflesso dell’opera creatrice del Padre. La famiglia è chiamata a condividere la preghiera e il sacrificio di Cristo. La preghiera quotidiana e la lettura della Parola di Dio rinvigoriscono in essa la carità. La famiglia cristiana è evangelizzatrice e missionaria”.

CHI È L’OPERATORE NELLA COMMISSIONE FAMIGLIA

È una persona o una coppia di coniugi che hanno a cuore la vocazione della famiglia fondata sul sacramento del matrimonio e che vedono la profonda comunione tra la Chiesa (Famiglia di famiglie) e la piccola chiesa domestica che ciascuna famiglia rappresenta. Per questo si attivano per promuovere momenti di formazione e preghiera, conviviali e di fraternità, che siano per le famiglie occasione di crescita e riscoperta dell’amore di Dio e dei fratelli. Con le loro scelte di vita testimoniano soprattutto ai giovani come è bello scoprire la propria vocazione e viverla con generosità e fede.

Corso di preparazione al Matrimonio

Il corso di preparazione al matrimonio e un momento comunitario importante, perché dà la possibilità a chi aderisce di proseguire nella catechesi spesso interrotta dopo il Sacramento della Confermazione. Negli anni è cambiato l’approccio verso i partecipanti, per andare incontro a una realtà che, soprattutto nell’ultimo decennio, è notevolmente mutata, ma sono rimasti saldi i principi di base del Sacramento che vengono sempre sottolineati e calati nella concretezza del quotidiano. Coppie di coniugi di varie età affiancano il parroco nel percorso di una decina di incontri circa, dando la loro disponibilità per la durata di tutto il corso ma, ancor di più, per la preparazione e per momenti di confronto e di amicizia che vanno al di là del corso stesso. Questa attenzione verso i futuri sposi permette di mantenere rapporti duraturi e da loro l’opportunità di partecipare successivamente agli incontri delle giovani coppie.

Giovani coppie

Da qualche anno è nato un gruppo formato da coppie di sposi giovani e/o con figli ancora piccoli, che si ritrova con cadenza mensile sotto la guida del parroco. Il ritrovo prevede un momento di formazione, partendo dalla preghiera e dalla lettura della Parola, di confronto tra gli sposi e di scambio di idee ed esperienze molto arricchente per ciascuna famiglia. Ma l’incontro non è tutto qui, perché ci sono anche due momenti conviviali che consistono in una cena condivisa all’inizio della serata, lasciando il dolce alla fine della formazione. Si tratta di momenti in cui si approfondisce la conoscenza reciproca e si favorisce l’amicizia e l’unione del gruppo. Per il futuro si vuole aprire quest’esperienza a coppie di tutte le età.

Serate di formazione

In occasione di ricorrenze particolari, come l’ Avvento, la festa della Famiglia, del papà, etc, vengono organizzate serate di formazione aperte a tutte le famiglie della comunità, accompagnate da momenti conviviali. Sono occasioni di crescita spirituale e di conoscenza reciproca.

Anniversari di matrimonio

Per sottolineare l’importanza del “per sempre”, aspetto fondamentale del Matrimonio cristiano, vengono invitate in comunità le coppie che festeggiano il 1°, 10°, 25°, 40°, 50° e 60 0 anno di matrimonio. L’invito, recapitato personalmente a ciascuna coppia, prevede due incontri serali di preparazione, la S. Messa domenicale col rinnovo delle promesse e la benedizione degli anelli e, per chi lo desidera, il pranzo in oratorio. Come ricordo viene consegnato a ciascuna coppia un dono da parte della comunità. Tale festa e un riconoscimento e testimonianza davanti a tutta la comunità di come l’amore tra i coniugi può durare nel tempo e vincere sulle difficoltà della vita, sempre con la grazia de Signore.

Weekend delle famiglie

Durante l’anno viene organizzata un’uscita di 2/3 giorni con invito speciale a tutte le famiglie della comunità e, negli ultimi anni, anche alle famiglie con ragazzi disabili. È un momento di riposo, svago, formazione e comunione fraterna. Iniziato nel 2006 con poche famiglie, negli anni successivi ha visto la partecipazione di sempre più persone, sotto la guida spirituale di un sacerdote. Vuole diventare sempre più occasione di crescita spirituale, tenendo presente le esigenze delle famiglie che spesso, in questa nostra società, sono minate e soffrono per mancanza di attenzione nei loro confronti.

Catechesi battesimale

La pastorale battesimale realizza la missionarietà della chiesa e la corresponsabilità dei laici al suo interno. Anche nella nostra parrocchia esiste da circa vent’anni la catechesi battesimale a domicilio. La comunità parrocchiale si a vicina ai genitori che richiedono il sacramento con il sacerdote a cui si affianca un gruppo di mamme e papà catechisti preparati, che accompagnano ogni coppia nella preparazione del battesimo dei figli. Esperienza positiva, anche se semplice, nell’annuncio della fede che aiuta a riscoprire il senso del Battesimo che ognuno di noi ha ricevuto. La catechesi battesimale non si esaurisce nella preparazione e celebrazione del Battesimo, ma continua fino a tre anni dopo il sacramento. Durante il primo anno si consegna ai genitori il Catechismo dei bambini. Seguono tre incontri annuali formativi per i genitori sulla crescita nella fede.

Obiettivi

Nella Commissione Famiglia, pur riconoscendo quello che già viene fatto, si vede la necessita di un rinnovamento per essere sempre più a servizio della comunità, in special modo delle famiglie più giovani o più in difficoltà. Si dovrà cercare, pertanto, i coinvolgere altre coppie, preferibilmente giovani, che possano portare idee e forze nuove.

In questi tempi è anche molto importante la condivisione e lo scambio di esperienze: per questo la commissione intensificherà i rapporti col Decanato come dono e crescita reciproca.

…VERSO LA SANTITÀ

“Tutti siamo chiamati ad essere santi vivendo con amore e offrendo ciascuno la propria testimonianza nelle occupazioni di ogni giorno, lì dove si trova. Sei sposato? Sii santo amando e prendendoti cura di tuo marito o di tua moglie, come Cristo ha fatto con la Chiesa. Sei un lavoratore? Sii santo compiendo con onestà e competenza il tuo lavoro al servizio dei fratelli. Sei genitore o nonna o nonno? Sii santo insegnando con pazienza ai bambini a seguire Gesù.

(Papa Francesco – Gaudete et Exusltate)

EDUCARE

10 – Catechesi di iniziazione Cristiana

“La consapevolezza del nostro debito per la gente di questo tempo chiede di continuare il servizio alla buona notizia di Gesù, unico nome in cui c’è salvezza. Le nostre comunità, le associazioni, i movimenti hanno creato molte occasioni per incontrare fratelli e sorelle e condividere la speranza e la proposta di vita buona che riceviamo dalla proposta di Gesù. Devono essere curati gli incontri con coloro che si accostano alla comunità cristiana per chiedere i sacramenti, con i genitori dei ragazzi dell’iniziazione cristiana (…) perché non abbiano il carattere noioso di “adempimento”, ma siano occasioni per far intravedere l’attrattiva del Signore che ha dato la vita per tutti .”

Lettera Pastorale – CRESCE lungo il cammino il suo vigore (Arcivescovo Mario Delpini)

IN CAMMINO VERSO GESÙ PAROLA VIVENTE

Gli incontri di catechismo dell’iniziazione cristiana, che comprende le classi dalla II alla V elementare si tengono per tutti con cadenza settimanale il sabato mattina in orari distinti.

Tutti i gruppi, riuniti in Oratorio o in Santuario o in Chiesa, pregano insieme ai catechisti e guidati dal Sacerdote. A seguire i ragazzi vengono suddivisi nei vari gruppi e, con il loro catechista, iniziano l’incontro. La catechesi dei più piccoli si caratterizza come formazione alla fede e alla conoscenza di Gesù, attraverso il Vangelo, non solo nell’ottica dell’insegnamento, ma anche e soprattutto nella dimensione di avvicinamento alla vita cristiana.

La proposta pedagogica della Diocesi consente di coinvolgere maggiormente i ragazzi nella costruzione dell’incontro anche attraverso attività ludiche per conferire più dinamicità e suscitare maggiore attrazione verso gli argomenti trattati. L’insegnamento tramite il gioco e i laboratori è sicuramente positivo perché favorisce una partecipazione attiva e rende più piacevole l’incontro, tuttavia in tutte le fasce di età prese in considerazione rimane centrale la Parola di Dio.

L’impostazione degli incontri di catechismo è quella suggerita dalla Diocesi e, grazie all’utilizzo dei nuovi testi, tali incontri favoriscono una proiezione verso il futuro, sia come metodologia sia per il coinvolgimento dei genitori.

Durante l’anno catechistico, infatti, vengono programmati degli incontri per i genitori, così da renderli partecipi del cammino formativo di fede dei propri figli.

Tra i punti di forza del cammino vi è senz’altro l’ambiente (Oratorio) che risulta adeguato a favorire l’incontro gioioso dei ragazzi; le aule sono pulite, colorate ed accoglienti.

CHI È IL CATECHISTA PER L’INIZIAZIONE CRISTIANA

Dal Catechismo: “Nella catechesi è Cristo, Verbo incarnato e Figlio di Dio, che viene insegnato, e tutto il resto lo è in riferimento a lui; solo Cristo insegna, mentre ogni altro lo fa nella misura in cui è il suo portavoce, consentendo a Cristo di insegnare per bocca sua. Ogni catechista dovrebbe poter applicare a se stesso la misteriosa Parola di Gesù: «La mia dottrina non è mia, ma di colui che mi ha mandato»“.

I catechisti, tutti persone che svolgono con passione questo compito a loro affidato, sono mamme, papa e giovani che con spirito di servizio si propongono con lo scopo di far conoscere Gesù.

Si auspica che la partecipazione attiva dei genitori durante il cammino dei figli rinvigorisca la loro fede fino ad intraprendere il servizio di catechista come dono alla comunità.

Non mancano le fatiche in questa missione che chiede perseveranza, pazienza e capacità organizzative mirate a servire con gioia le persone più vivaci della comunità.

A inizio anno i catechisti partecipano ad incontri formativi proposti dal Decanato e dalla Diocesi, si sente comunque il bisogno di motivare maggiormente i catechisti attraverso momenti di confronto, di preghiera e di meditazione per alimentare i propri doni e talenti a favore dei ragazzi.

…VERSO LA SANTITÀ

“«Ognuno per la sua via», dice il Concilio. Dunque, non è il caso di scoraggiarsi quando contemplano modelli di santità che appaiono irraggiungibili. Ci sono testimonianze che sono utili per stimolarci, ma non perché cerchiamo di copiarle, in quanto ciò potrebbe perfino allontanarci dalla via unica e specifica che il Signore ha in serbo per noi. Quello che conta è che ciascun credente discerna la propria strada e faccia emergere il meglio di sé, quando di così personale Dio ha posto in lui (cfr 1 Cor 12,7) e non che si esaurisca cercando di imitare qualcosa che non è stato pensato per lui”

(Papa Francesco – Gaudete et Exusltate)

11 – Catechesi Gruppo “PreAdo”

Dal Catechismo: La catechesi si sforzerà di risvegliare e coltivare nei fedeli la fede nella incomparabile grandezza del dono che Cristo risorto ha fatto alla sua Chiesa: la missione e il potere di perdonare veramente i peccati, mediante in ministero degli Apostoli e dei loro successori.

CHI È IL CATECHISTA?

È un cristiano paziente, capace di accogliere, ascoltare e accompagnare ragazzi in crescita.

Il gruppo Preadolescenti è formato da ragazzi di età compresa tra gli undici e i quattordici anni.

Esso costituisce la prima tappa del percorso di catechesi, dopo il sacramento della Cresima. Questa formazione del gruppo preadolescenti è di recente costituzione: nell’anno pastorale 2015-2016 la parrocchia si è adeguata alle nuove direttive pastorali, anticipando alla quinta elementare la Cresima, prima ricevuta all’inizio della seconda media.

Il gruppo preadolescenti della parrocchia di Arconate è suddiviso in due sottogruppi, in base all’età, che seguono percorsi differenti concordati con gli educatori del gruppo Preadolescenti della parrocchia San Genesio in Dairago, con la quale la parrocchia Sant’Eusebio costituisce un’Unità di Pastorale Giovanile.

Le linee guida dell’attività del gruppo Preadolescenti sono state individuate da parte del Vicario Parrocchiale e degli educatori delle parrocchie di Arconate e Dairago, all’interno del vasto bacino di proposte pastorali fornite dalla Diocesi di Milano e create ad hoc per il lavoro con questa fascia d’età: i sussidi, che di anno in anno vengono adottati, sono editi dal Centro Ambrosiano e appartengono alla collana “Itinerari di fede per i preadolescenti .

Gli obiettivi che contraddistinguono il gruppo preadolescenti sono principalmente tre.

Il primo obiettivo è quello di darsi un’identità, che risponda al desiderio di appartenenza tipico della preadolescenza. Il raggiungimento di questo obiettivo è reso possibile dalla promozione di diversi momenti informali di scambio e condivisione.

Il secondo obiettivo riguarda la promozione di un protagonismo costruttivo dei ragazzi, che vengono invitati a mettersi in gioco, secondo le proprie potenzialità e i propri talenti.

Il terzo importante obiettivo riguarda il tema della decisione. Il ragazzo delle medie si appresta a compiere molte scelte importanti per la sua vita, prima fra tutte, proprio al termine del percorso nel gruppo preadolescenti, la decisione inerente la scuola superiore. Risulta quindi importante educare i ragazzi a compiere delle scelte in maniera consapevole, orientandone le motivazioni. Questo avviene anche nel percorso di fede dei Preadolescenti con la Professione di Fede che li vede protagonisti generalmente nell’anno della terza media: si tratta di un’ occasione preziosa e sempre valorizzata all’interno del percorso, affinché, in modo commisurato alla loro età, possano esprimere la propria scelta e il proprio impegno nel loro percorso di crescita spirituale.

In base alla valutazione della situazione attuale, emerge come punto di forza del percorso del gruppo preadolescenti, la scelta libera e consapevole di ogni ragazzo che spontaneamente (anche se, talvolta, in maniera un po’ troppo esuberante) decide di partecipare agli incontri di catechesi.

12 – Catechesi Gruppo “Ado”

Il gruppo Adolescenti è aperto a tutti i ragazzi e ragazze tra la prima e la terza superiore e si incontra settimanalmente.

Come cammino di formazione si fa riferimento al progetto triennale proposto dalla Diocesi di Milano, inserendo alcune sfumature rese necessarie dalla tipologia del gruppo.

Quando la parrocchia propone momenti forti come l’ Adorazione Eucaristica delle Sante Quarantore, la Novena di Natale, gli esercizi spirituali o altro, si cerca di portare gli adolescenti a viverli con la Comunità per far comprendere loro che la catechesi non è staccata dalla liturgia e dalla vita comunitaria.

Il cammino formativo del gruppo adolescenti comprende non solo momenti di catechesi ma anche uscite di tipo ludico-formativo.

Il Sabato Santo viene proposto agli adolescenti al classico “giro dei sepolcri”: da qualche anno si è pensato di visitare le parrocchie dove operano e vivono il loro ministero sacerdotale alcuni preti passati dall’oratorio di Arconate.

Nel progettare il cammino formativo del gruppo Adolescenti si riscontrano queste difficoltà:

  • i molti impegni dei ragazzi (sport, scuola, passioni ecc.) impediscono una costante frequenza agli incontri;
  • nonostante sia stata istituita l’Unità di Pastorale Giovanile con la parrocchia S. Genesio in Dairago, il cammino formativo del gruppo avviene ancora principalmente in forma separata, salvo sporadiche iniziative.

uno degli obiettivi del gruppo adolescenti è quello di educare i ragazzi ad aprire i propri orizzonti senza chiudersi nel proprio piccolo paese, nel piccolo gruppo di amici.

13 – Catechesi Gruppo Giovani

Il Gruppo Giovani si rivolge ai 18-19enni e ai giovani (attualmente fino ai 25 anni) delle parrocchie di Arconate e Dairago che sono interessati a crescere nella Fede.

Gli incontri, salvo eccezioni, hanno cadenza settimanale e si svolgono in orario serale, alternativamente presso l’oratorio di Arconate o in quello di Dairago. Tra le due parrocchie infatti è stata istituita l’Unità di Pastorale Giovanile.

Dei ragazzi che partecipano al gruppo giovani, una piccola parte è fedele, mentre altri partecipano più saltuariamente, in base ai propri impegni scolastici, sportivi e lavorativi.

Durante gli incontri settimanali, coordinati dal Vicario Parrocchiale e da tre educatori, vengono approfondite tematiche di fede o di attualità, quest’ultime analizzate attraverso la lente d’ingrandimento del Vangelo e il magistero della Chiesa.

Una delle metodologie che è parsa molto interessante è stata quella dello studio del “caso” , in cui la discussione su temi di morale prendeva il via da situazioni concrete e possibili: “i casi” , spesso inventati e scritti dai giovani stessi.

Altre volte la riflessione è stata sollecitata da film, fatti di cronaca, da brani del Vangelo o dalle parole del Papa o dell’Arcivescovo.

L’obiettivo che il Gruppo Giovani si pone, in linea con la proposta diocesana, è quello di aiutare ciascuno a riflettere sulla propria vocazione, intesa come progetto di Dio su di sé, per poterla vivere pienamente nei vari contesti di vita (scuola, università, gruppo dei pari, lavoro, etc.). In questo percorso le parole chiave sono state riconoscere, interpretare e scegliere.

Ai giovani viene anche proposto di partecipare ad alcuni appuntamenti decanali (es. Veglia missionaria), diocesani (es. Redditio Symboli, Traditio Symboli, esercizi spirituali di Avvento e Quaresima) e nazionali (es. GMG, incontro del giovani con il Papa).

Difficoltà:

  • rispondere adeguatamente alle esigenze di ragazzi con età diverse, esperienze diverse e diversi gradi di “maturità” nella fede; c
  • coinvolgere in attività che esulano dall’incontro settimanale.

Obiettivi per il futuro:

  • coinvolgere maggiormente i giovani nella programmazione degli incontri;
  • favorire la coesione del Gruppo Giovani, soprattutto tra le due Parrocchie, che sviluppi il senso del servizio;
  • favorire il discernimento di ciascuno per giungere alla redazione della propria Regola di Vita.

…VERSO LA SANTITÀ

“Al giorno d’oggi l’attitudine al discernimento è diventata particolarmente necessaria. Infatti la vita attuale offre enormi possibilità di azione e di distrazione e il mondo le presenta come se fossero tutte valide e buone. Tutti, ma specialmente i giovani, sono esposti a uno zapping costante. È possibile navigare su due o tre schermi simultaneamente e interagire nello stesso tempo in diversi scenari virtuali. Senza la sapienza del discernimento possiamo trasformarci facilmente in burattini alla mercé delle tendenze del momento”

(Papa Francesco – Gaudete et Exusltate)

14 – Consiglio degli Oratori

Dal Catechismo L’Oratorio è:

L’ORATORIO È:

una vocazione, cioè la coscienza di una missione pastorale ricevuta da Dio, una chiamata ad essere presente tra i giovani, a stabilire un dialogo pedagogico e pastorale con loro, per indirizzarli a Cristo, vissuto come pienezza di vita e di felicità;

un ambiente, dove questa missione si realizza, si sviluppa e si comunica: l’ Oratorio, concepito come una casa dove si vive e si costituisce una vera famiglia, una scuola che prepara per la vita, una parrocchia che educa alla fede;

uno stile specifico di educazione, il Sistema Preventivo, espressione di una carità che diventa percettibile dai giovani, pervasa di serena letizia, vissuta in chiave di amicizia vera e in clima di famiglia, ispirata alla tenerezza materna di Maria;

una apertura e disponibilità alle nuove esigenze della realtà sociale e in particolare della condizione giovanile; apertura sempre più maturata nella riflessione della propria esperienza, e sempre più coraggiosa, nell’assunzione di nuovi orizzonti e possibilità di realizzazione della missione.

CHI È IL MEMBRO DEL CONSIGLIO DEGLI ORATORI?

Il Consiglio degli Oratori, introdotto con il Sinodo 47°, ha lo scopo di rappresentare e sentire coinvolti nella regia educativa dell’oratorio stesso tutti coloro che fanno parte di questo ambiente. Ha il compito e la responsabilità di accompagnare e sostenere il cammino educativo dei ragazzi e dei giovani che gravitano intorno e dentro l’Oratorio, lavorando fianco a fianco con il Vicario Parrocchiale.

Considerato che l’ Oratorio è espressione dell’attenzione educativa che la Comunità deve avere verso i giovani, il Consiglio dell’oratorio ha lo scopo, non secondario, di applicare concretamente le linee del progetto educativo diocesano e parrocchiale, calandolo nella realtà giovanile del territorio. Anche nella nostra comunità, il consiglio dell’oratorio è composto da rappresentanti delle diverse realtà oratoriane: catechisti, educatori, volontari, genitori, collaboratori. Il Responsabile del Consiglio degli Oratori è il Vicario Parrocchiale. I membri del Coniglio dell’oratorio non sono eletti ma nominati dal Parroco e dal suo Vicario.

Ritenendo di fondamentale importanza la crescita spirituale di tutti quelli che collaborano all’oratorio, primaria attenzione è data alla preghiera e a una breve riflessione prima di procedere alla discussione dei punti all’ordine del giorno. Il consiglio non si riunisce con cadenza regolare, ma è convocato ogni qualvolta si ritenga opportuno.

…VERSO LA SANTITÀ

“Questo risulta particolarmente importante quando compare una novità nella propria vita, e dunque bisogna discernere se sia il vino nuovo che viene da Dio o una novità ingannatrice dello spirito del mondo o dello spirito del diavolo. In altre occasioni succede il contrario, perché le forze del male ci inducono a non cambiare, a lasciare le cose come stanno, a scegliere l’immobilismo e la rigidità, e allora impediamo che agisca il soffio dello Spirito. Siamo liberi, con la libertà di Gesù, ma Egli ci chiama a esaminare quello che c’è dentro di noi — desideri, angustie, timori, attese — e quello che accade fuori di noi — i “segni dei tempi” — per riconoscere le vie della libertà piena: «Vagliate ogni cosa e tenete ciò che è buono» ” (1 Ts 5,21).

(Papa Francesco – Gaudete et Exusltate)

15 – Formazione degli adulti

” Per entrare in una familiarità con le Sacre Scritture, lasciarci istruire sulla rivelazione di Dio in esse contenuta, disporci a continuare la missione affidata da Gesù ai suoi discepoli dobbiamo essere disposti ai percorsi necessari (…). L’obiettivo delle diverse proposte deve essere quello di propiziare la familiarità con la Scrittura per ascoltarvi la Parola di Dio e assimilare i sentimenti e la mentalità di Cristo ” .

Lettera Pastorale – CRESCE lungo il cammino il suo vigore (Arcivescovo Mario Delpini)

IN CAMMINO VERSO LA PAROLA DI DIO

Il cammino formativo per adulti sono animati dal parroco e vengono proposti a tutta la comunità: essi sono innanzitutto DONO e GRAZIA e ci aiutano a parlare di Gesù e con Gesù. La cosa più bella è che questo cammino è davvero per tutti: parla un linguaggio semplice, coinvolge la vita di ciascuno e a tutti lascia un segno.

I momenti formativi sono distribuiti nel corso di tutto l’anno, hanno una cadenza mensile, ma sono arricchiti da incontri più specifici legati a momenti particolari dell’anno liturgico. Al centro vi è una Parola che è donata a tutti con lo stesso amore.

Essi hanno lo scopo di farci vivere e pregare la Parola di Dio nel nostro tempo e secondo la misura della nostra vita. San Francesco di Assisi, uomo semplice, non usava mai i verbi al passato spiegando il Vangelo ai suoi frati, perché il Signore parla a noi nel nostro “oggi’

Quindi un cammino di formazione è grazia perché ci parla di CRISTO OGGI.

CHI PARTECIPA AI MOMENTI FORMATIVI?

Dal Catechismo: “Anche oggi dall’amorosa conoscenza di Cristo nasce il desiderio di evangelizzare e catechizzare, cioè svelare nella sua persona L’intero disegno di Dio e mettere l’umanità in comunione con lui”.

Partecipano tutti coloro che desiderano crescere insieme alla comunità e dentro la comunità. Purtroppo ancora un numero inferiore alla bellezza del percorso, alla ricchezza del dono, alla grazia abbondante presente nella Parola.

Partecipano persone semplici, perché Gesù non ci chiede un approccio “da intellettuali” o “da storici”, ma ci chiede di metterci in gioco, di confrontarci con una Parola viva, da mettere in pratica. Le parole del Vangelo parlano a ciascuno nella propria condizione e non entrano nella vita come comandi da obbedire, ma consigli da seguire, come quelli di una madre.

Partecipano dei fratelli nella fede, cioè persone che desiderano camminare insieme. Per questo la formazione è sempre proposta in gruppo, poiché la presenza dei fratelli, con cui condividere, confrontarsi, supportarsi è ricchezza e opportunità di allargare l’orizzonte. La bellezza di formarsi insieme sotto la guida del parroco è imparare a fare dialogare la diversità di esperienze che sono interpellate dalla Parola e capire che non dobbiamo avere paura del confronto o della diversità se essa e vissuta nella fraternità.

…VERSO LA SANTITÀ

Nella Chiesa, santa e composta da peccatori, troverai tutto ciò di cui hai bisogno per crescere verso la santità. Il Signore l’ha colmata di doni con la Parola, i Sacramenti, i santuari, la vita delle comunità, la testimonianza dei santi, e una multiforme bellezza che procede dall’amore del Signore, «come una sposa si adorna di gioielli» (Is 61, 10).

(Papa Francesco – Gaudete et Exusltate)

16 – COMUNICAZIONE: Social network e nuovi media

“Proprio guardando alla pienezza della comunione con il Signore, ancora a venire, la Chiesa non assolutizza mai forme, assetti, strutture e modalità della sua vita”.

Lettera Pastorale – CRESCE lungo il cammino il suo vigore (Arcivescovo Mario Delpini)

IN CAMMINO DALLE “PAROLE” ALLA “PAROLA”

Dal Catechismo: “Nella società moderna l’uso dei mezzi di comunicazione sociale ha un ruolo di singolare importanza nell’informazione, nella promozione culturale e nella formazione”.

Social Network

L’oratorio di Arconate si e iscritto a settembre 2017 a Facebook e Instagram creando la propria pagina dal nome “Oratorio S. Eusebio e S. Agnese”. Accedendo al mondo dei social networks, si pone l’obiettivo di promuovere e pubblicizzare gli eventi parrocchiali e oratoriani, tenendosi al passo con i tempi e raggiungendo i ragazzi con i mezzi da loro abitualmente utilizzati.

Un secondo obiettivo è quello di condividere l’esperienza oratoriana anche con tutti gli altri oratori della diocesi di Milano. A quasi un anno dall’iscrizione, gradualmente, la pagina si sta espandendo raggiungendo sempre più utenti.

Sito Internet

Proprio per stare al passo coi tempi, anche la Parrocchia di Arconate ha voluto creare un sito Internet, questo per fare in modo di allacciare rapporti proprio con tutti, giovani e meno giovani.

Navigando all’interno del sito, si possono trovare informazioni di carattere tecnico (come, ad esempio, gli orari delle S. Messe, della Segreteria Parrocchiale e degli incontri di catechismo).

Vengono presentati i vari gruppi parrocchiali spiegando nel dettaglio qual la loro missione all’interno della Parrocchia.

La parte più importante però è affidata alla pubblicazione di testi a carattere spirituale che spaziano dal Vangelo della Domenica sino a testi biblici, proposte del Decanato e della Diocesi.

I nostri obiettivi sono quelli di poter sempre allargare la conoscenza così da pubblicare testi di carattere spirituale e culturale. Per poter fare ciò, abbiamo bisogno di forze nuove e volenterose che possano dedicare un po’ del loro tempo per il bene della comunità.

…VERSO LA SANTITÀ

“Il consumo di informazione superficiale e le forme di comunicazione rapida e virtuale possono essere un fattore di stordimento che si porta via tutto il nostro tempo e ci allontana dalla carne sofferente dei fratelli. In mezzo a questa voragine attuale, il Vangelo risuona nuovamente per offrirci una vita diversa, più sana e più felice”

(Papa Francesco – Gaudete et Exusltate)

17 – Settimo Giorno, Radio Parrocchiale, Mensile “Vita”

“La consapevolezza del nostro debito per la gente di questo tempo chiede di continuare il servizio alla Buona Notizia di Gesù, unico nome in cui c’è salvezza. (…)

La formazione di laici adulti nella fede e sapienti nella vita deve convincere tutti che in ogni ambiente devono risuonare la Parola del Vangelo e la promessa che suscita speranza di vita eterna”.

Lettera Pastorale – CRESCE lungo il cammino il suo vigore (Arcivescovo Mario Delpini)

Il “Settimo Giorno” è un opuscolo settimanale che informa la comunità relativamente alle celebrazioni, attività e iniziative parrocchiali della settimana entrante, oltre ad essere momento di riflessione legato alle letture domenicali.

Viene messo a disposizione dei fedeli in appositi espositori in fondo alla chiesa a partire dal sabato sera fino all’incirca metà della settimana successiva.

Nato negli anni ’90, ha avuto subito lo scopo di informare e uniformare la comunità in quanto ai tempi, mancando un’adeguata comunicazione, c’era poca conoscenza tra i vari gruppi della parrocchia e modi molto diversi di operare.

L’altro aspetto che il “Settimo giorno” ha da subito portato nelle nostre case è la preghiera come prolungamento della S. Messa domenicale con particolare attenzione verso coloro che non possono partecipare alla preghiera comunitaria per motivi di salute.

Le proposte di incontro della Parrocchia segnano il carattere comunitario che deve essere presente nella Chiesa. La conoscenza di eventi e momenti particolari di preghiera consentono a chiunque di unirsi e condividere la preghiera per sostenere la comunità e per far crescere l’amore fraterno.

Oggi, sul “Settimo giorno” è stata inserita la Lectio Divina, già così ben riscoperta e divulgata dal Cardinal Martini che insieme ad altri inserti, favoriscono l’approfondimento e offrono spunti di riflessione sulla Parola.

Questo opuscolo vuole essere un mezzo di comunicazione di facile lettura per tutti e un diario settimanale degli incontri spirituali e organizzativi con lo scopo di favorire la partecipazione alle iniziative volte alla crescita nella fede di ciascuno.

RADIO PARROCCHIALE

La Parrocchia, con una particolare attenzione nei riguardi di coloro che sono impossibilitati a partecipare fisicamente alle celebrazioni liturgiche, mette a disposizione una radio per consentire il collegamento diretto con le S. Messe e i momenti di preghiera che si svolgono in Chiesa. La radio è disponibile presso la Segreteria parrocchiale.

MENSILE “VITA”

Da molti anni nella nostra parrocchia circola un mensile intitolato “VITA” che ha lo scopo di divulgare le iniziative e i momenti pastorali, culturali e di festa della nostra comunità, del decanato e della diocesi. Questo Bollettino risponde all’esigenza di informare per sviluppare un senso di appartenenza di ciascuno ad una famiglia più grande che è la Chiesa.

Il senso pastorale di questo servizio è di seguito sintetizzato in un intervento di don Luca Bressan sul tema “Parrocchia e Comunicazione”.

PRIMO PUNTO: COMUNICARE PERCHÉ

La comunicazione per il cristianesimo e le sue istituzioni e una necessità teologica: noi conosciamo Dio, il suo volto, il suo amore per noi, annunciandolo, comunicandolo. La comunicazione e anche una necessità antropologica: noi scopriamo chi siamo (le nostre identità) raccontandoci, creando una relazione linguistica tre le azioni che poniamo in atto come soggetti

La Chiesa in ogni sua istituzione è frutto della comunicazione, “fa cose con le parole”: con le parole e la comunicazione si fa come istituzione (ekklesia: comunità dei convocati), svolge il suo compito fondamentale (l’evangelizzazione, l’annuncio), lavora alla trasformazione del mondo (dalla solitudine e dall’isolamento del bisogno — Babele — alla comunione della salvezza — Pentecoste Gerosolimitana — una comunicazione che unisce)

SECONDO PUNTO: COMUNICARE CHE COSA

Il primo contenuto: la Parola che Dio ci ha rivolto, e che costruisce la nostra identità e la nostra storia: una Parola che è contenuto ma anche evento.

Questa Parola di Dio va raccontata dentro le parole degli uomini: alla Chiesa, alle sue istituzioni spetta un compito di ascolto, di inserzione, di condivisione di queste parole, delle attese, delle speranze, delle fatiche di cui sono portatrici (GS 1)

La Chiesa si pone perciò come spazio di comunicazione: è chiamata, comunicando, a creare questi spazi, inserendosi in quelli già esistenti, rafforzandoli, purificandoli

TERZO PUNTO: COMUNICARE COME

I registri della comunicazione: liturgico, logico, narrativo. La Chiesa, la parrocchia, comunica già molto più di quanto pensi.

I livelli della comunicazione: la forza del quotidiano, la solennità del linguaggio della festa.

Gli spazi della comunicazione: la vita della gente, i nuovi luoghi del sociale Le dinamiche della comunicazione: un continuo processo di trasfigurazione/defigurazione della propria identità. La comunicazione come luogo di visibilità del cammino di fede.

La comunicazione cristianamente ispirata deve sapersi confrontare con il disagio e lo smarrimento caratteristici dell’attuale contesto sociale, ma deve anche sapervi cogliere occasioni e opportunità irripetibili.

Questa attenzione al cammino di ricerca dell’uomo contemporaneo non implica certo la rinuncia allo specifico cristiano, anzi, ne impone una valorizzazione ulteriore. L’attenzione prioritaria che ci viene richiesta consiste nello sforzo di porci in ascolto della cultura del nostro tempo, per comprenderne le caratteristiche e discernerne i semi, le molte potenzialità. Dobbiamo essere capaci di dirci e di dire perché “conviene” essere cristiani.

Il Giornale della Comunità agisce secondo una logica pastorale e culturale. Pastorale: accompagna e rafforza l’annuncio della Buona notizia da parte dei sacerdoti. Culturale: sollecita e amplia gli orizzonti culturali delle persone, a partire da un preciso punto di vista.

Deve essere espressione dell’insieme della comunità, deve permettere e favorire una dimensione di comunicazione a livello locale, per offrire elementi di discernimento utili a leggere il mondo alla luce dei valori cristiani.

Il giornale parrocchiale Vita, di pubblicazione mensile, intende raggiungere tutti coloro che frequentano l’ambiente parrocchiale, in particolare le famiglie, per renderle consapevoli che esse sono “cellule” di una comunità e come tali non possono non sentirsi coinvolte negli sforzi e nelle iniziative che, insieme, si intraprenderanno per la comune crescita umana e cristiana di ciascuno.

La pubblicazione del giornalino risponde così alle attese dei membri componenti i diversi gruppi parrocchiali che sono realtà ormai ben consolidate sia nell’ambito ricreativo, sia nel catechistico, sia nell’ambito liturgico, e ovviamente, nell’ambito del volontariato e della carità.

“Vita” è il nome che il giornale porta da ormai tantissimi anni ed è un vero e proprio inno al dono più grande che Dio ci ha fatto: proprio per questo ci si propone sempre di valorizzare questo immenso regalo nei vari articoli. La vita non è mai un cammino isolato che una persona fa e anche nella redazione la collaborazione e l’aiuto sono fondamentali: la redazione si ritrova mensilmente e, con la supervisione di Don Ferdinando, discutono e si confrontano per scrivere e raccontare nel modo migliore quanto accade sia nella nostra parrocchia e nel nostro oratorio, ma anche nel mondo intero.

Il fine ultimo del giornale Vita è quello di promuovere a vasto raggio la “buona stampa”: quella stampa che non mortifica la cultura, ma che per amore della stessa, evidenzia e propone il perseguimento dei valori religiosi e cristiani spesso offuscati, ma punti fermi per coloro che li ricercano, li perseguono e li vivono. Lo scopo è quindi quello di rileggere gli accadimenti con l’occhio del credente. E una sfida non facile ma sicuramente utile al fine che tutti i parrocchiani abbonati possano, di mese in mese, leggere di ciò che accade nel nostro piccolo paesino e nel mondo e, conservando i ricordi delle belle esperienze, fare tesoro delle difficoltà per poter ripensarci e non sbagliare più.

CHI È IL LETTORE?

Dal Catechismo: “L’informazione è al servizio del bene comune. Ognuno ha diritto ad un’informazione fondata sulla verità, sulla libertà e sulla solidarietà”

Il lettore del Settimo Giorno, del periodico Vita, del Sito e dei Social network o l’ascoltatore della Radio parrocchiale è il parrocchiano che desidera “guardare oltre”, cioè conoscere quello che avviene, per grazia dello Spirito, nella nostra parrocchia, anche nei gruppi che operano in ambiti diversi dal proprio, partecipando, se non fosse possibile con la presenza, almeno con la preghiera. Desidera conoscere il pensiero della Chiesa in relazione alle grandi tematiche, osservandole con una prospettiva di fede cristiana.

Il lettore dei sussidi parrocchiali è un cristiano che non si lascia travolgere dagli impegni pressanti della vita quotidiana, ma sa trovare il tempo per fermarsi, fare silenzio nel proprio cuore e riflettere, attraverso una lettura interessante, sul proprio cammino all’interno della Chiesa, con uno sguardo volto all’altro e all’Alto.

Ciascuno dei sussidi illustrati, prima ancora di essere “strumento di comunicazione”, vuole essere considerato “strumento di comunione” e, oggi più che in passato, è compito della comunità vigilare perché sia usato in maniera saggia e diventi, comunque, una maniera efficace per avvicinare le persone tra loro e rinsaldare i legami ”in presenza”.

…VERSO LA SANTITÀ

Le continue novità degli strumenti tecnologici a volte non lasciano spazi vuoti in cui risuoni la voce di Dio. (…) Lì non regna la gioia ma l’insoddisfazione di chi non sa per che cosa vive. Come dunque non riconoscere che abbiamo bisogno di fermare questa corsa febbrile per recuperare uno spazio personale, a volte doloroso ma sempre fecondo, in cui si intavola il dialogo sincero con Dio?

(Papa Francesco – Gaudete et Exusltate)

TRASFIGURARE

18 – Una comunità in preghiera

“È opportuno che tutto il popolo cristiano sia introdotto alle diverse forme di preghiera e che la liturgia delle ore sia apprezzata nella sua ricchezza, nel ritmo temporale che scandisce la giornata, nell’essere voce di tutta la Chiesa. (…) Se un cristiano non prega è esposto al rischio di una fede che si inaridisce, di un cammino che si smarrisce nel deserto”.

Lettera Pastorale – CRESCE lungo il cammino il suo vigore (Arcivescovo Mario Delpini)

IN CAMMINO VERSO IL DIALOGO CON DIO

Come dice Anna Maria Cànopi, “la preghiera è essenzialmente un dialogo d’amore”, anzi: pregando “dimostriamo di mettere Dio al primo posto nella nostra vita, un Dio con il quale abbiamo un rapporto di filiale fiducia”. Per questo “bisogna pregare non solo in alcuni momenti, ma diventare preghiera, essere permanentemente in preghiera” .

Affidiamo a Dio questo alto desiderio e questo augurio: diventare preghiera, senza inventare nuove forme, ma vivendo meglio e con convinzione le tante occasioni e momenti che già esistono, per sperimentare la bellezza della preghiera comunitaria, che respira insieme alla preghiera individuale e alle azioni fatte preghiera.

Molti sono momenti pensati per condurre la comunità a cercare la presenza di Dio nella preghiera: il silenzio orante dell’adorazione il primo venerdì del mese o nei momenti significativi della vita parrocchiale, i Pellegrinaggi proposti ed Rosari nei quartieri nel mese di maggio, del giovedì sera, o in suffragio dei defunti; la preghiera nelle processioni per le vie del paese o nelle famiglie davanti all’icona itinerante della Sacra Famiglia; la preghiera proposta dalla Commissione Missionaria in occasione dell’Ottobre Missionario; la preghiera con cui inizia ogni incontro formativo ed ogni commissione della Parrocchia, la benedizione Natalizia e la Novena, oltre all’incoraggiamento della pratica della Liturgia delle Ore, in chiesa, ma anche in famiglia.

CHI È IL CENTRO DELLA NOSTRA PREGHIERA?

Dal Catechismo: “Grande è il Mistero della fede”. La Chiesa lo professa nel Simbolo degli Apostoli e lo celebra nella Liturgia.

Questo Mistero richiede quindi che i fedeli ci credano, lo celebrino e ne vivano in una relazione viva e personale con Dio vivo e vero. Tale relazione è la preghiera.”

L’anima di ogni preghiera è lo Spirito che tutti dobbiamo invocare, affinché Cristo viva in ciascuno di noi. Tutte le persone incaricate di aiutare la comunità a pregare meglio, anche col canto, traggano proprio dalla preghiera umiltà e ispirazione per meglio svolgere questo ministero, che è il ministero di ciascuna creatura battezzata: entrare in dialogo col proprio Creatore e invitare i fratelli a partecipare.

Diversi sono i gruppi che, sotto la guida attenta del parroco, don Ferdinando e del vicario, don Giancarlo, facilitano lo svolgimento della preghiera, anche con attività di allestimento, utili per creare raccoglimento: il Gruppo San Satiro, le Consorelle, che si coordinano con il Gruppo Liturgico e tutti i parrocchiani che si rendono disponibili a guidare nel raccoglimento la preghiera

…VERSO LA SANTITÀ

Il santo è una persona dallo spirito orante, che ha bisogno di comunicare con Dio. È uno che non sopporta di soffocare nell’immanenza chiusa di questo mondo, e in mezzo ai suoi sforzi e al suo donarsi sospira per Dio, esce da sé nella lode e allarga i propri confini nella contemplazione del Signore. Non credo nella santità senza preghiera, anche se non si tratta necessariamente di lunghi momenti o di sentimenti intensi.

(Papa Francesco – Gaudete et Exusltate)

19 – Gruppo “San Satiro”

“In ogni comunità deve essere offerta una proposta di momenti condivisi di preghiera, secondo le tradizioni locali e secondo le opportunità presenti”.

Lettera Pastorale – CRESCE lungo il cammino il suo vigore (Arcivescovo Mario Delpini)

IN CAMMINO VERSO IL SERVIZIO ALLA COMUNITÀ

Il Gruppo parrocchiale “San Satiro” si è costituito nel 2011 per volontà di persone che si sono ispirate alla vocazione di Satiro, il quale dedicò la sua vita al servizio della diocesi di Milano durante il periodo in cui il fratello Ambrogio era vescovo.

I membri di questo gruppo si mettono al servizio della parrocchia e della comunità di fedeli. L’umile servizio di Satiro era finalizzato a sgravare il fratello dalle incombenze pratiche di amministrazione e organizzazione degli eventi della diocesi.

Per questo, oggi S. Satiro è ricordato come il patrono dei sagrestani.

Dal Catechismo: “Tutti i momenti sono indicati per la preghiera, ma la Chiesa propone ai fedeli ritmi destinati ad alimentare la preghiera comune, preghiere del mattino e della sera, prima e dopo i pasti; liturgia delle Ore; Eucarestia domenicale, santo Rosario, feste dell’anno liturgico .

CHI È IL MEMBRO DEL GRUPPO SAN SATIRO?

In piena sintonia con il parroco e il vicario, le persone del Gruppo sono dedite all’organizzazione pratica delle cerimonie più importanti dell’anno pastorale, organizzano l’ordine in Chiesa negli eventi straordinari al fine di favorirne la piena armonia con la liturgia; preparano e partecipano alle processioni per garantire le condizioni di raccoglimento ideali per la preghiera durante il cammino presso le vie del paese. Conservano e mantengono in buono stato tutti gli oggetti di culto che servono come segni esteriori della nostra fede.

Collaborano con il sagrestano negli allestimenti di oggetti e paramenti sacri in chiesa nei periodi forti dell’anno (Avvento e Quaresima).

In particolare, organizzano, in collaborazione con il Gruppo Folkloristico, la Festa del Santuario di Santa Maria Nascente che si svolge in settembre con distinte celebrazioni eucaristiche e con la tradizionale “Asta benefica” finalizzata a raccogliere fondi per la Parrocchia.

Ogni cinque anni si adopera per la processione con la statua della Madonna custodita nel Santuario. È un servizio semplice, puntuale e accurato nei confronti dei sacerdoti e dei fedeli della comunità che non può prescindere dalla fede e dalla preghiera. Per questo la persona che si dedica a questo servizio deve ispirare le sue azioni a Gesù che è l’esempio più alto di comunione fraterna e di umiltà.

… VERSO LA SANTITÀ

Prego tuttavia che non intendiamo il silenzio orante come un’evasione che nega il mondo intorno a noi. Il “pellegrino russo”, che camminava in preghiera continua, racconta che quella preghiera non lo separava dalla realtà esterna: «Se mi capitava di incontrare qualcuno, tutte quelle persone senza distinzione mi parevano altrettanto amabili che se fossero state della mia famiglia. [… ] Non solo sentivo questa luce dentro la mia anima, ma anche il mondo esterno mi appariva bellissimo e incantevole». [115]

(Papa Francesco – Gaudete et Exusltate)

20 – Consorelle

“In ogni comunità deve essere offerta una proposta di momenti condivisi di preghiera, secondo le tradizioni locali e secondo le opportunità presenti”.

Lettera Pastorale – CRESCE lungo il cammino il suo vigore (Arcivescovo Mario Delpini)

… IN CAMMINO VERSO LA PERSEVERANZA

Le consorelle sono un gruppo parrocchiale che si informa alle regole della confraternita del SS. Sacramento e sotto la protezione di S. Carlo Borromeo che ne è il patrono.

Sono trascorsi tanti anni dalla fondazione delle consorelle ma con le riforme ecclesiali e il mutare dei tempi si è arrivati ad una realtà radicata nella nostra comunità molto diversa, fatta di persone che scelgono di appartenere a questo gruppo per condividere i momenti di preghiera, prestando un umile servizio ai bisogni dei parrocchiani e della parrocchia.

Hanno mantenuto una capacità di aggregazione di donne che desiderano servire alla maniera di Gesù, nel silenzio e nella perseveranza.

Mettere al centro della loro vita Gesù significa camminare lungo la sua strada e assumere uno stile cristiano che ha come primo dovere la ricerca del bene spirituale di ciascuno, la spirituale armonia e il buon esempio scambievole sia nella Chiesa locale come in quella universale.

Dal Catechismo: “Pregare è sempre possibile, perché il tempo del cristiano è il tempo del Cristo risorto, il quale “Rimane con noi tutti i giorni” (Mt 28,20). Preghiera e vita cristiana sono perciò inseparabili”.

CHI È LA CONSORELLA

La preghiera e le opere di misericordia sono le principali regole di vita cristiana delle Consorelle. I loro servizi sono svolti senza evidenza particolare, eppure assicurano un bene prezioso per la comunità.

Con i fondi che derivano dalle quote corrisposte annualmente, le consorelle hanno la premura di adornare la chiesa con fiori, candele e paramenti; di tenere pulita la chiesa parrocchiale e il santuario. Si adoperano, all’occorrenza, per sostenere le spese di restauro delle statue, dei para-menti e degli oggetti sacri.

Partecipano alla recita del S. Rosario e ai funerali dei parrocchiani, seppur in numero esiguo rispetto a quello che compone il gruppo.

Le consorelle sono un gruppo assiduo nell’adorazione eucaristica delle SS. Quarantore.

La loro missione risente un po’ della fatica di coinvolgere maggiormente i componenti del gruppo e la comunità nella partecipazione ai momenti di preghiera comunitaria. La loro numerosa, assidua e contemplativa partecipazione contribuirebbe in maniera significativa ad accrescere il desiderio di cercare sempre più la relazione con Dio.

… VERSO LA SANTITÀ

Mi permetto di chiederti: ci sono momenti in cui ti poni alla sua presenza in silenzio, rimani con Lui senza fretta, e ti lasci guardare da Lui? Lasci che il suo fuoco infiammi il tuo cuore? (…) E se davanti al volto di Cristo ancora non riesci a lasciarti guarire e trasformare, allora penetra nelle viscere del Signore, entra nelle sue piaghe, perché lì ha sede la misericordia divina.

(Papa Francesco – Gaudete et Exusltate)

AI FEDELI DELLA PARROCCHIA SANT’EUSEBIO

ARCONATE

Carissimi,

Siate benedetti nel nome del Signore! Vi porto la benedizione, il saluto, l’apprezzamento e l’incoraggiamento del Cardinale Arcivescovo che rappresento in questa fase conclusiva della Visita Pastorale.

La vostra comunità vive dentro la Chiesa Ambrosiana e nella comunione della Chiesa Cattolica, continuando nel vostro territorio la missione che il Signore risorto ha affidato ai suoi discepoli. Nel contesto particolare di questo cambiamento d’epoca che stiamo vivendo nella gioia dello spirito, sotto la guida del Papa Francesco, secondo le indicazioni del Cardinale Arcivescovo, siamo chiamati ad accogliere con gratitudine la grazia della comunione che ci raduna e ad esprimerla in una coralità sinfonica che condivide alcune priorità e si decide per un passo da compiere.

Quanto alla priorità da condividere è opportuno esplicitare alcuni tratti della proposta pastorale che sono irrinunciabili.

La comunità dei discepoli del Signore vive del rapporto con il Signore. Si potrebbe dire che è una comunità che nasce dall’Eucarestia e che vive un clima di preghiera fedele e fiduciosa, nella persuasione che senza il Signore non possiamo fare nulla.

La priorità deve essere quindi la cura per la celebrazione della messa domenicale: deve essere un appuntamento desiderato, preparato, celebrato con gioia è dignità; quindi è necessario che ci sia il gruppo liturgico che anima la liturgia, un’educazione al canto liturgico, una formazione dei ministranti e di tutti coloro che prestano servizio nella celebrazione (i suggerimenti proposti in C. Magnoli, Parole, gesti, silenzi della messa – Brevi catechesi liturgiche, ed. Ancora, 2016 e le prossime integrazioni devono essere attentamente riprese).

Deve essere favorita la preghiera feriale, promuovendo la partecipazione alla Messa, la preghiera della liturgia delle Ore, l’adorazione eucaristica, la preghiera del Rosario, le devozioni popolari. Le pubblicazioni proposte dalla Diocesi (La Tenda, la Diurna Laus per esempio) offrono un aiuto prezioso per vivere quotidianamente la preghiera liturgica. E’ poi opportuno che la chiesa sia aperta, per quanto possibile. E’ necessario che la comunità esprima persone volontarie affidabili e convinte anche in assenza del prete (per esempio rinnovando il gruppo dell’Apostolato della preghiera).

La comunità dei discepoli del Signore è il contesto in cui ciascuno riconosce che la sua vita è una grazia, una vocazione, una missione. Ogni proposta pastorale deve avere come obiettivo l’aiuto perché ciascuno trovi la sua vocazione e viva nelle forme che lo spirito suggerisce, quindi nella pluralità delle forme associative e dei percorsi personali. In particolare la pastorale giovanile deve essere scuola di preghiera, percorso vocazionale. La scelta dei diversi stati di vita deve essere accompagnata con sapienza e autorevolezza dagli adulti della comunità così da favorire le decisioni definitive per la vita matrimoniale o forme speciali di consacrazione. La comunità degli adulti infatti deve pensarsi come comunità educante.

La comunità dei discepoli del Signore è presente, nel contesto in cui vive, come il sale della terra, la luce del mondo, il lievito che fa fermentare la pasta. Nella complessità del nostro tempo coloro che condividono la mentalità e i sentimenti di Cristo hanno la responsabilità di testimoniare come la fede diventi cultura, proponga una vita buona, desiderabile per tutti, promettente per il futuro del paese e dell’Europa. Nella conversazione quotidiana, nell’uso saggio degli strumenti di comunicazione della comunità

(Stampa parrocchiale, buona stampa, specie Avvenire, il Segno, centri culturali, sale della comunità, social, ecc.) i discepoli del Signore condividono, argomentano, approfondiscono quella visione dell’uomo e della donna, del mondo e della vita che si ispira al Vangelo, che si lasci istruire dal magistero della Chiesa e della ricerca personale.

Quanto al passo da compiere individuato durante le fasi precedenti della visita pastorale, è fatto proprio dal Cardinale Arcivescovo e raccomandato in questi termini

La comunità sente la necessità di pregare insieme per sensibilizzarsi nell’apertura verso il prossimo e nella cura della liturgia, nelle celebrazione eucaristiche come segno di amore verso Gesù, che resta il vero scopo del nostro camminare insieme. Occorre vivere i sacramenti come momenti di conversione alla comunione con Cristo che ci rende partecipi dei suoi sentimenti e del suo giudizio sulla realtà.

E’ importante prepararsi adeguatamente alle celebrazioni con apertura di cuore e dedizione nel curare ogni aspetto liturgico. Ogni fedele è chiamato a perfezionare le liturgie della santa Messa sia feriali che festive attraverso una adeguata formazione per l’ascolto partecipato e ricettivo della Parola e per l’animazione all’interno delle celebrazioni.

In particolare tutti devono coltivare il desiderio di approfondire la conoscenza di Gesù, anche al di fuori delle celebrazioni, per far dono di sé in pienezza agli altri. Si ritiene opportuno e importante curare una specifica formazione rivolta a tutti i parrocchiani, in particolare: agli animatori della liturgia (chierichetti, lettori, cantori e ministri straordinari dell’Eucarestia); agli operatori della carità, ai catechisti, alle famiglie, in particolare ai genitori che hanno i figli in cammino nell’Iniziazione Cristiana, agli adolescenti e giovani, agli adulti.

Altro “passo” da compiere è quello di aiutare i giovani a comprendere la bellezza e l’importanza del Sacramento del Matrimonio, anche attraverso la testimonianza di giovani coppie.

Incarico il consiglio Pastorale di riprendere e attuare le indicazioni con scadenza annuale per esempio nella prima settimana di Quaresima degli anni a venire. Chiedo anche che quando dovesse esservi un avvicendamento dei preti con responsabilità pastorale nella comunità, questa “riconsegna” sia letta attentamente considerata con gli operatori pastorali e l’intera comunità.

Accompagno il cammino di tutti con ogni benedizione e invoco ogni grazia per intercessione dei Santi Ambrogio e Carlo, dei santi patroni della parrocchia / comunità pastorale

Il vicario generale

Mario Delpini

Milano 11 febbraio 2017

… RIPARTIRE DAI GIOVANI

PER CAMMINARE VERSO LA META

Alla luce di questo documento, nel quale abbiamo scoperto il volto della nostra comunità, in un “viaggio” che dalla Parola desidera raggiungere la meta di una santità possibile, ci impegniamo a:

LASCIARCI COINVOLGERE DAI GIOVANI della nostra comunità per mantenere la Chiesa sempre nuova e rinvigorire i nostri passi ne cammino di fede (“fate sentire il vostro grido, lasciatelo risuonare nelle comunità e fatelo giungere ai pastori”. San Benedetto raccomandava agli abati di consultare anche i giovani prima di ogni scelta importante, perché “spesso è proprio al più giovane che il Signore rivela la soluzione migliore”. San Benedetto III, 3*)

ACCOMPAGNARLI nel discernimento e nella ricerca della propria vocazione (“Attraverso l’accompagnamento di guide esperte, saprete intraprendere un itinerario di discernimento, per scoprire il progetto di Dio sulla vostra vita”*)

IMPARARE da loro il segreto della gioia dono per tutti (“Sebbene il frastuono e lo stordimento sembrino regnare nel mondo, questa chiamata continua a risuonare nel vostro animo per aprirlo alla gioia piena”*)

ASCOLTARE LA PAROLA DI DIO INSIEME A LORO per crescere con tutta la comunità, dai piccoli agli anziani, per essere un cuor solo e un’anima sola e… per lasciarci amare da Dio!

* Lettera del Santo padre ai giovani in occasione del Sinodo “I Giovani, la fede e il discernimento vocazionale” 2018