Percorso biblico con l’Apocalisse
RIVELAZIONE DEL FINE DI TUTTO
7 – SETTE ANGELI E SETTE TROMBE
Capitoli 8 – 11
Capitolo 8
1Quando l’Agnello aprì il settimo sigillo, si fece silenzio nel cielo per circa mezz’ora. 2E vidi i sette angeli che stanno davanti a Dio, e a loro furono date sette trombe. 3Poi venne un altro angelo e si fermò presso l’altare, reggendo un incensiere d’oro. Gli furono dati molti profumi, perché li offrisse, insieme alle preghiere di tutti i santi, sull’altare d’oro, posto davanti al trono. 4E dalla mano dell’angelo il fumo degli aromi salì davanti a Dio, insieme alle preghiere dei santi. 5Poi l’angelo prese l’incensiere, lo riempì del fuoco preso dall’altare e lo gettò sulla terra: ne seguirono tuoni, voci, fulmini e scosse di terremoto.
6I sette angeli, che avevano le sette trombe, si accinsero a suonarle. 7Il primo suonò la tromba: grandine e fuoco, mescolati a sangue, scrosciarono sulla terra. Un terzo della terra andò bruciato, un terzo degli alberi andò bruciato e ogni erba verde andò bruciata.
8Il secondo angelo suonò la tromba: qualcosa come una grande montagna, tutta infuocata, fu scagliato nel mare. Un terzo del mare divenne sangue, 9un terzo delle creature che vivono nel mare morì e un terzo delle navi andò distrutto.
10Il terzo angelo suonò la tromba: cadde dal cielo una grande stella, ardente come una fiaccola, e colpì un terzo dei fiumi e le sorgenti delle acque. 11La stella si chiama Assenzio; un terzo delle acque si mutò in assenzio e molti uomini morirono a causa di quelle acque, che erano divenute amare.
12Il quarto angelo suonò la tromba: un terzo del sole, un terzo della luna e un terzo degli astri fu colpito e così si oscurò un terzo degli astri; il giorno perse un terzo della sua luce e la notte ugualmente.
13E vidi e udii un’aquila, che volava nell’alto del cielo e che gridava a gran voce: “Guai, guai, guai agli abitanti della terra, al suono degli ultimi squilli di tromba che i tre angeli stanno per suonare!”.
Capitolo 9
1Il quinto angelo suonò la tromba: vidi un astro caduto dal cielo sulla terra. Gli fu data la chiave del pozzo dell’Abisso; 2egli aprì il pozzo dell’Abisso e dal pozzo salì un fumo come il fumo di una grande fornace, e oscurò il sole e l’atmosfera. 3Dal fumo uscirono cavallette, che si sparsero sulla terra, e fu dato loro un potere pari a quello degli scorpioni della terra. 4E fu detto loro di non danneggiare l’erba della terra, né gli arbusti né gli alberi, ma soltanto gli uomini che non avessero il sigillo di Dio sulla fronte. 5E fu concesso loro non di ucciderli, ma di tormentarli per cinque mesi, e il loro tormento è come il tormento provocato dallo scorpione quando punge un uomo. 6In quei giorni gli uomini cercheranno la morte, ma non la troveranno; brameranno morire, ma la morte fuggirà da loro.
7Queste cavallette avevano l’aspetto di cavalli pronti per la guerra. Sulla testa avevano corone che sembravano d’oro e il loro aspetto era come quello degli uomini. 8Avevano capelli come capelli di donne e i loro denti erano come quelli dei leoni. 9Avevano il torace simile a corazze di ferro e il rombo delle loro ali era come rombo di carri trainati da molti cavalli lanciati all’assalto. 10Avevano code come gli scorpioni e aculei. Nelle loro code c’era il potere di far soffrire gli uomini per cinque mesi. 11Il loro re era l’angelo dell’Abisso, che in ebraico si chiama Abaddon, in greco Sterminatore. 12Il primo “guai” è passato. Dopo queste cose, ecco, vengono ancora due “guai”.
13Il sesto angelo suonò la tromba: udii una voce dai lati dell’altare d’oro che si trova dinanzi a Dio. 14Diceva al sesto angelo, che aveva la tromba: “Libera i quattro angeli incatenati sul grande fiume Eufrate”. 15Furono liberati i quattro angeli, pronti per l’ora, il giorno, il mese e l’anno, al fine di sterminare un terzo dell’umanità. 16Il numero delle truppe di cavalleria era duecento milioni; ne intesi il numero. 17E così vidi nella visione i cavalli e i loro cavalieri: questi avevano corazze di fuoco, di giacinto, di zolfo; le teste dei cavalli erano come teste di leoni e dalla loro bocca uscivano fuoco, fumo e zolfo. 18Da questo triplice flagello, dal fuoco, dal fumo e dallo zolfo che uscivano dalla loro bocca, fu ucciso un terzo dell’umanità.19La potenza dei cavalli infatti sta nella loro bocca e nelle loro code, perché le loro code sono simili a serpenti, hanno teste e con esse fanno del male.
20Il resto dell’umanità, che non fu uccisa a causa di questi flagelli, non si convertì dalle opere delle sue mani; non cessò di prestare culto ai demòni e agli idoli d’oro, d’argento, di bronzo, di pietra e di legno, che non possono né vedere, né udire, né camminare; 21e non si convertì dagli omicidi, né dalle stregonerie, né dalla prostituzione, né dalle ruberie.
Capitolo 10
1E vidi un altro angelo, possente, discendere dal cielo, avvolto in una nube; l’arcobaleno era sul suo capo e il suo volto era come il sole e le sue gambe come colonne di fuoco. 2Nella mano teneva un piccolo libro aperto. Avendo posto il piede destro sul mare e il sinistro sulla terra, 3gridò a gran voce come leone che ruggisce. E quando ebbe gridato, i sette tuoni fecero udire la loro voce. 4Dopo che i sette tuoni ebbero fatto udire la loro voce, io ero pronto a scrivere, quando udii una voce dal cielo che diceva: “Metti sotto sigillo quello che hanno detto i sette tuoni e non scriverlo”.
5Allora l’angelo, che avevo visto con un piede sul mare e un piede sulla terra,
alzò la destra verso il cielo
6e giurò per Colui che vive nei secoli dei secoli,
che ha creato cielo, terra, mare e quanto è in essi: “Non vi sarà più tempo! 7Nei giorni in cui il settimo angelo farà udire la sua voce e suonerà la tromba, allora si compirà il mistero di Dio, come egli aveva annunciato ai suoi servi, i profeti”.
8Poi la voce che avevo udito dal cielo mi parlò di nuovo: “Va’, prendi il libro aperto dalla mano dell’angelo che sta in piedi sul mare e sulla terra”. 9Allora mi avvicinai all’angelo e lo pregai di darmi il piccolo libro. Ed egli mi disse: “Prendilo e divoralo; ti riempirà di amarezza le viscere, ma in bocca ti sarà dolce come il miele”.10Presi quel piccolo libro dalla mano dell’angelo e lo divorai; in bocca lo sentii dolce come il miele, ma come l’ebbi inghiottito ne sentii nelle viscere tutta l’amarezza. 11Allora mi fu detto: “Devi profetizzare ancora su molti popoli, nazioni, lingue e re”.
Capitolo 11
1Poi mi fu data una canna simile a una verga e mi fu detto: “Àlzati e misura il tempio di Dio e l’altare e il numero di quelli che in esso stanno adorando. 2Ma l’atrio, che è fuori dal tempio, lascialo da parte e non lo misurare, perché è stato dato in balìa dei pagani, i quali calpesteranno la città santa per quarantadue mesi. 3Ma farò in modo che i miei due testimoni, vestiti di sacco, compiano la loro missione di profeti per milleduecentosessanta giorni”. 4Questi sono i due olivi e i due candelabri che stanno davanti al Signore della terra. 5Se qualcuno pensasse di fare loro del male, uscirà dalla loro bocca un fuoco che divorerà i loro nemici. Così deve perire chiunque pensi di fare loro del male. 6Essi hanno il potere di chiudere il cielo, perché non cada pioggia nei giorni del loro ministero profetico. Essi hanno anche potere di cambiare l’acqua in sangue e di colpire la terra con ogni sorta di flagelli, tutte le volte che lo vorranno. 7E quando avranno compiuto la loro testimonianza, la bestia che sale dall’abisso farà guerra contro di loro, li vincerà e li ucciderà. 8I loro cadaveri rimarranno esposti sulla piazza della grande città, che simbolicamente si chiama Sòdoma ed Egitto, dove anche il loro Signore fu crocifisso. 9Uomini di ogni popolo, tribù, lingua e nazione vedono i loro cadaveri per tre giorni e mezzo e non permettono che i loro cadaveri vengano deposti in un sepolcro. 10Gli abitanti della terra fanno festa su di loro, si rallegrano e si scambiano doni, perché questi due profeti erano il tormento degli abitanti della terra.
11Ma dopo tre giorni e mezzo un soffio di vita che veniva da Dio entrò in essi e si alzarono in piedi, con grande terrore di quelli che stavano a guardarli.12Allora udirono un grido possente dal cielo che diceva loro: “Salite quassù” e salirono al cielo in una nube, mentre i loro nemici li guardavano. 13In quello stesso momento ci fu un grande terremoto, che fece crollare un decimo della città: perirono in quel terremoto settemila persone; i superstiti, presi da terrore, davano gloria al Dio del cielo.
14Il secondo “guai” è passato; ed ecco, viene subito il terzo “guai”.
15Il settimo angelo suonò la tromba e nel cielo echeggiarono voci potenti che dicevano:
“Il regno del mondo
appartiene al Signore nostro e al suo Cristo:
egli regnerà nei secoli dei secoli”.
16Allora i ventiquattro anziani, seduti sui loro seggi al cospetto di Dio, si prostrarono faccia a terra e adorarono Dio dicendo:
17“Noi ti rendiamo grazie,
Signore Dio onnipotente,
che sei e che eri,
perché hai preso in mano la tua grande potere
e hai instaurato il tuo regno.
18Le nazioni si erano adirate,
ma la tua ira è giunta,
ed è arrivati il momento di giudicare i morti,
di dare il loro premio ai tuoi servi,
ai profeti, ai santi,
a quelli che temono il tuo nome,
piccoli e grandi,
e di distruggere quelli
che distruggono la terra”.
19Allora si aprì il tempio di Dio che è nel cielo e apparve nel tempio l’arca della sua alleanza. Ne seguirono folgori, voci, scoppi di tuono, terremoto e una tempesta di grandine.
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Dopo l’apertura del settimo sigillo, in cielo si fece silenzio per mezz’ora, un tempo (breve) per attirare l’attenzione sull’ingresso nel mondo del Giudice supremo, il Verbo di Dio. A questo punto il rito dell’offerta dell’incenso e del fuoco dell’altare gettato sulla terra, evidenzia che tra cielo e terra c’è una connessione ineludibile. Ai sette angeli che stanno davanti a Dio vengono date sette trombe. Al loro echeggiare si scatenano altrettanti flagelli (ispirati alle piaghe d’Egitto) che colpiscono per un terzo (quindi non del tutto) la terra, il mare, le acque sorgive e le luci del giorno e della notte. Prima degli ultimi tre squilli, un’aquila, un messaggero celeste, preannuncia i guai che ancora si abbatteranno su un terzo dell’umanità con fuoco, fumo e zolfo ad opera di un esercito di mostruose cavallette e cavalli.
Proprio a questo punto il libro dell’Apocalisse annota che “il resto dell’umanità che non perì a causa di questi flagelli, non si convertì dalle opere delle sue mani”.
Con il capitolo dieci la visione di Giovanni entra nella fase finale della Rivelazione. Un angelo forte gli ordina di non scrivere quanto i sette tuoni hanno detto e sottolinea: “Non vi sarà più tempo… al settimo squillo di tromba si compirà il mistero di Dio”. E dopo aver mangiato il piccolo libro aperto che l’angelo aveva in mano (dolce in bocca, amaro nelle viscere) gli è detto: “Devi profetizzare ancora su molti popoli, nazioni, lingue e re”. Inoltre Giovanni riceve l’incarico di misurare il tempio di Dio, l’altare e il numero di quanti in esso stanno adorando.
Il capitolo undici prosegue presentando due testimoni, “due lampade che stanno davanti al Signore della terra” che saranno perseguitati e compiuta la loro missione saranno uccisi dalla Bestia che sale dall’abisso, ma dopo tre giorni e mezzo “si alzarono in piedi” e salirono in cielo. L’interpretazione di questa parte dell’Apocalisse identifica in Pietro e Paolo i due testimoni, accomunati a Giovanni chiamato a dare testimonianza in altro modo e, al suono della settima tromba il capitolo undici si conclude con una solenne dossologia.
(dgc25)
Apocalisse 11, 17-18
17«Ti ringraziamo, Signore, Dio onnipotente, che sei e che eri, perché hai preso in mano il tuo grande potere, e hai stabilito il tuo regno. 18Le nazioni si erano adirate, ma la tua ira è giunta, ed è arrivato il momento di giudicare i morti, di dare il loro premio ai tuoi servi, ai profeti, ai santi, a quelli che temono il tuo nome, piccoli e grandi, e di distruggere quelli che distruggono la terra».
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PREGARE
Credere, Sperare, Amare
Ascoltare, Confessare, Affidare
Lodare, Ringraziare, Ammirare
PREGHIAMO INSIEME
Signore Gesù, che ci ami e ci hai liberati dai nostri peccati con il tuo sangue, illumina gli occhi del nostro cuore affinché ci sia rivelata l’immensità del tuo amore e la potenza della gloria del Padre che ti ha elevato sopra tutte le cose e ha fatto abitare in te tutta la pienezza, per realizzare a nostro favore il suo progetto nascosto da secoli, espressione della sua eterna Sapienza. La tua presenza tra noi, dalla nascita alla morte/resurrezione, ha manifestato il compimento del progetto divino. Donaci di credere che in te anche noi saremo partecipi della pienezza di vita in Dio che ci chiama ad essere suoi figli. Lo Spirito Santo alimenti in noi la speranza di condividere la tua eredità per tutti i secoli dei secoli. AMEN
(dgc25)
