20/02 – 1^ GIORNATA EUCARITISTICA

predicatore padre Pasquale Ghezzi

Lettura del Vangelo secondo Luca (9, 11-17)

11In quel tempo il Signore Gesù prese a parlare alle folle del regno di Dio e a guarire quanti avevano bisogno di cure. 12Il giorno cominciava a declinare e i Dodici gli si avvicinarono dicendo: “Congeda la folla, perché vada nei villaggi e nelle campagne dei dintorni per alloggiare e trovare cibo, qui siamo in una zona deserta”. 13Gesù disse loro: “Voi stessi date loro da mangiare”. Ma essi risposerò: “Non abbiamo che cinque panni e due pesci, a meno che non andiamo noi a comprare viveri per tutta questa gente”. 14C’erano infatti circa cinque mila uomini. Egli disse ai suoi discepoli: “Fateli sedere a gruppi di cinquanta circa”. 15Fecero così e li fecero sedere tutti quanti. 16Egli prese i cinque panni e due pesci, alzò gli occhi al cielo, recitò su di essi la benedizione, li spezzò e li dava ai discepoli perché li distribuissero alla folla. 17Tutti mangiarono a sazietà e furono portati via i pezzi loro avanzati dodici ceste.

Parola del Signore.

Voi mi perdonerete di certo delle cose scontate che posso dirvi. Perché è tanto semplice fare le Sante Quarantore, vuol dire proprio aprire il nostro cuore in modo personale unico al mistero di Gesù.

Non è tanto quello che io posso dire e posso annunciare, l’ “io” non fa niente, ma siamo noi insieme che faremo tre giorni dove nel cuore della nostra comunità ci sarà Gesù Eucarestia. Voi mi direte: “ma Gesù è già nel cuore e nel centro della nostra vita quotidiana”, sì, è proprio vero, ed è quello, che per noi che siamo qui, ci avvince.

Anche la preoccupazione di Gesù di oggi nel Vangelo dove dice “date voi da mangiare”, è proprio un Gesù che si cala in mezzo alla gente, che li cura, quanti hanno bisogno di cure Gesù li curava, passava beneficiando le persone. Ecco certo Gesù è il cuore e il centro della nostra comunità. Noi che siamo qui, ben lo sappiamo ed è la cosa più importante per noi. Però adesso abbiamo deciso, il parroco ha deciso e questa è importante per noi, chi ci governa ha deciso e chi decide, se è governato dal Signore non decide lui, ma decide lo Spirito di mettere Gesù al centro nell’Eucarestia.

Non lo facciamo sempre. Lo facciamo una volta all’anno nelle Sante Quarantore. Allora sarà importante, ditelo a casa, alla gente che conoscete, certo a chi ci crede come voi, di stare un po’ con Lui qui davanti a Lui.

“O Signore lo so che possiamo stare davanti a te dappertutto, in un letto d’ospedale ancora di più, in una casa dove c’è un ammalato” certamente sì, ma facciamolo questo sforzo di venire qui a stare un po’ con Lui, un po’ in silenzio. Abbiamo tanto bisogno di un po’ di silenzio davanti a lui. Sì, posso farlo anche a casa mia, certamente sì, in automobile quando vado a lavorare senza accendere la radio, certamente sì, perché Gesù è con me.

Abbiamo uno strepitoso annuncio nella nostra diocesi Ambrosiana che dice “Gesù è tutto per noi”, certo che Gesù è tutto per noi. Ma abbiamo la possibilità insieme di adorarlo nell’Eucarestia. Perché noi sappiamo che quella notte prima di andare a morire, prima di andare a morire Gesù ha lasciato il suo corpo e il suo sangue, dicendo: “Tutte le volte che voi vi trovate e ci sono io, lo dovete fare nella memoria di me”.

Stare qui davanti alla memoria di Gesù, che quel giorno quella notte va a morire con la consapevolezza di morire per i nostri peccati. Guardate, è una delle nozioni della fede che la Chiesa subito nella notte Pasquale ha afferrato. Gesù è morto per i nostri peccati ed è risorto per la vita nuova.

Morto per i nostri peccati, è nella notte di Pasqua, è nella notte nel quale Gesù si è offerto per noi totalmente che nasce questa consapevolezza e questa fede.

Ecco perché noi mettiamo al cuore di questi quaranta giorni questa celebrazione, che è una celebrazione pasquale. Perché quando adoriamo l’Eucarestia, adoriamo il Gesù, il Signore che è risorto per la vita nostra.

Noi siamo cattolici, vuol dire che l’Eucarestia è importante, l’Incarnazione è importante, è un tutt’uno.

Io non posso dire ti voglio bene e ti guardo, ti dico ti voglio bene e te lo mostro di più facendo del bene a te, non solamente dicendotelo, ma facendotelo. È questo qui il senso della nostra fede, celebrare l’Eucarestia è scoprire che abbiamo tutti insieme un centro attorno al quale la comunità gira e si ritrova: nell’ascolto, nell’accoglienza, nella preghiera per ritrovare Gesù nei nostri fratelli, nel cuore dei nostri fratelli.

Vedete tutti noi che siamo qui, abbiamo la nostra vita, la nostra esperienza, i nostri guai, le nostre gioie, ma tutti abbiamo bisogno di misericordia, di sentirci amati, abbracciati da questo mistero.

E così, ecco questi tre giorni con un piccolo cammino, oggi con Gesù Eucarestia, domani con il Sacratissimo Cuore di Gesù, che in fondo è la stessa cosa. Il Cuore, l’Eucarestia.

E poi, domenica, il Vangelo ci dice: “Io sono la via, la verità è la vita” è questo. Ci mettiamo allora in cammino, come i Discepoli di Emmaus, sulla via per stare con Gesù per sentirlo parlare. Ecco, ascoltiamo Gesù quando veniamo in silenzio in questi giorni. Ascoltiamo Gesù che parla ai Discepoli di Emmaus, anche i rimproveri, ma tutta la storia di Gesù che è adombrata già nel primo testamento, come abbiamo ascoltato nella prima lettura [Gen 14, 18-20]. Questo sacerdozio di Gesù, questo stare in mezzo a noi di Gesù, perché Gesù è sì uno di noi, ma è totalmente altro rispetto a noi e chiediamo il dono e la grazia della fede, una fede sempre più profonda, che nasce da una lunga tradizione che abbiamo incontrato nella lettera ai Corinzi di oggi [1Cor 11, 23-26]. “Io ho ricevuto dal Signore”, Paolo dice che l’ha ricevuta direttamente da Gesù, “quello che a mia volta vi ho trasmesso”, il Signore Gesù, vi trasmetto il Signore Gesù, che io ho ricevuto in modo diretto.

“Nella notte in cui veniva tradito, prese del pane, dopo aver reso grazie lo spezzò e disse questo il mio corpo che è per voi, fate questo in memoria di me”. Quando Gesù dice alla sua gente, fate questo in memoria di me, vuol dire che Lui sarebbe stato vivo e vero in mezzo a loro quando facevano questa memoria. Perché la memoria per quella gente che stava con Gesù e che viveva con Gesù era la consapevolezza, l’autorevolezza di coLui che parla, e saranno illuminati in questo con la luce della Pasqua, della sua Risurrezione, che coLui che parla se dice questo lo può fare, lo può fare per sempre. Chi dice che è la via, la verità e la vita può essere vivo e vero in questo momento, come era vivo e vero 2000 anni fa quando disse ai suoi, “fate questo in memoria di me”. Questa è la nostra forza, questa è la nostra fede è la fede in qualcuno che vive e che continua a vivere nella comunità in mezzo a noi.

Ecco, l’Eucarestia è questo, è Gesù che vive in mezzo a noi, che ci attrae a Lui e che ci manda a vivere come Lui ha vissuto.

Certo, detto così, è anche bello, ma se pensiamo come Lui ha vissuto, Lui ha vissuto completamente fuori di sé per l’altro, donando la vita e Lui la vita, la data per tutti, anche per Giuda.